venerdì 20 maggio 2011

Words, again.




Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola.






A volte ne scrivo una, la guardo, fino a quando non comincia a splendere.



Emily Dickinson






[Perchè serve trasporto, passione, sentimento.

 Le parole sono virgole, punti.

 Spade, fioretti. 
Sono sogni, scatole di rabbia.
Senso di completezza, di abbandono.


E stelle, comete e pezzi di cielo.
Le guerre.
La pace.
Un bel
 chisse_ne_frega. 

L' insieme di rondini, un filo di perle, la ricchezza,
 e il perdono. 
 Sono strazio, disperante fuga, lacerante macchia.
Cielo di colori, lo sgomento del ricordo, il calore nel grembo.


Le parole, nel confronto d'una propria libera interpretazione,
 lasciano diverse posizioni che ognuno, ognuno anche se non poeta, assume quando è in ascolto di quel qualcosa di impercettibile chiamato... " scrivere."

Quante a sproposito, non avremmo voluto dire. E quante invece...sì.

Nell'imminenza, nell'indugio.


Il perdersi.
Nel ritrovarsi.]













L' Aviatrice

3 commenti:

  1. La parola... di recente una persona che stimo moltissimo mi ha detto che quando ti tolgono la parola, ovvero l'inizio di tutto, ti tolgono ogni possibilità troncandola sul nascere la censura estrema, ed è così.
    Bel post.

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  2. La parola, cercarne il suono, la forza,
    l'abbandono. Siamo molto, ognuno di sè, quel che resta, siamo parola da tradurre, ossessione.
    La parola è cura, consolazione, piacere estetico.
    Rasenta l'estasi, come ubn loop, una nenia,
    una preghiera. Stordisce e si fa mistica.
    La parole è, tra noi, quel che siamo.
    Quel che stà in mezzo e ci avvicina.
    Le parole che non si devono dire.
    Quelle che non voglio sentire.
    La parola si fa anche tacendo.
    E' discorso amoroso.
    La parola mia, della tua sò.
    Le parole non sono uguali.
    Ad ognuno la parola da qualcosa
    Offre la possibilità di un malinteso:
    Un fatto privato che vorremmo condiviso

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  3. ho fatto un sogno dove una signora bionda nel cortile della vecchia casa della zia al paese faceva torte e io le dissi sogghignando: "se mi spara non soffro" e lei non capì.
    eppure per me c'era tutto in quelle parole.
    anche sapere che chi pensava sparandomi di farmi un dispetto in realtà non avrebbe modificato in niente quello che di me appare e che è, solo perchè qualcuno ne parla (che già è diverso dal pensar(mi)e).
    ma come hai detto sono giochi di parole e allora giochiamo!

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