lunedì 18 aprile 2011

Ma che bravi!

Non credo a nulla, perchè credo a tutto. Una delle cose alle quali non credo più ma che mi facevano credere da bambina è che bisogna sempre stare insieme ai propri simili. Noi brave persone non potevamo mischiarci a quelli che bravi non erano; la nostra reputazione ne avrebbe sofferto, per non dire che avremmo rischiato di essere corrotti dalle loro brutture e di non essere più brave persone. Da brava bambina frequentavo i bravi bambini figli dei bravi genitori che la mia brava mamma aveva accuratamente selezionato per me, e venivo scoraggiata dal mescolarmi con i figli dei vicini che non erano bravi perchè giocavano per strada, e per questo certamente avviati alla prostituzione e alla tossicodipendenza. Trentacinque anni dopo mi ritrovo in compagnia di metallare borchiate e tatuate, omosessuali e bisessuali, parrucchiere con solo la licenza media, scrittori di professione e altri di sola vocazione, anarchici, giapponesi, atei, buddisti, mormoni, divorziati, ragazze madri, fancazzisti e lavoratori precari, e non c'è uno solo di loro che io non consideri una brava persona. Ho inseguito il mio fiuto, mi sono fidata dell'istinto e il mio cuore ha avuto ragione nel provare trasporto verso certe persone. Credo che da quando ho smesso di preoccuparmi di sembrare una brava persona, di persone brave ne ho conosciute molte.

Ogni ripetizione della parola “bravo” nelle sue diverse declinazioni è puramente voluta.

6 commenti:

  1. mannaggia! e io che volevo e credevo di essere una cattiva ragazza!!!

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  2. pensa me: se tutti i miei bravi parenti mi vedessero, che cosa direbbero?

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  3. ....onesto, schietto ritratto. Ma ancor piu' quel tag a significare la vera rinascita, perchè prima, ti era impossibile.

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  4. da qualche anno a questa parte, puoi ben dire che sono resuscitata!

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  5. Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada.
    Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all'istante.
    Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione...
    Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale s'innalzava una fontana da cui sgorgava dell'acqua cristallina.
    Il viandante si rivolse all'uomo che sorvegliava l'entrata.
    "Buongiorno"
    "Buongiorno" rispose il guardiano.
    "Che luogo è mai questo, tanto bello? "
    "È il cielo"
    "Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! "
    "Puoi entrare e bere a volontà".
    Il guardiano indicò la fontana.
    "Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete"
    "Mi dispiace molto", disse il guardiano, "ma qui non è permesso l'entrata agli animali".
    L'uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo.
    Ringraziò il guardiano e proseguì.
    Dopo avere camminato a lungo su per la collina, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi.
    All'ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.
    "Buongiorno" disse il viandante.
    L'uomo fece un cenno con il capo.
    "Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete".
    "C'è una fonte fra quei massi", disse l'uomo, indicando il luogo, e aggiunse: "Potete bere a volontà". L'uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono.
    Il viandante andò a ringraziare.
    "Tornate quando volete", rispose l'uomo.
    "A proposito, come si chiama questo posto? "
    "Cielo"
    "Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là! "
    "Quello non è il cielo, è l'inferno".
    Il viandante rimase perplesso.
    "Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grandi confusioni! "
    "Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici".

    "Il diavolo e la signorina Prym" di Paulo Coelho

    L'apparenza inganna...sempre.

    Cattive persone, brave persone.
    Mi collego al post "Senza titolo" di Aviatrice. Semplicità. Penso che non bisogna preoccuparsi di sembrare "chi", ma bisogna semplicemente essere se stessi e seguire l'istinto nella scelta degli amici da frequentare oppure no. Semplicemente...come hai fatto tu.
    Paola

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  6. mentre leggevo, mi dicevo "eppure questa l'ho già sentita"... difatti quel libro lo lessi anni fa. bella la tua citazione, peccato che spesso ci si lasci distrarre da pregiudizi e stupide convenzioni sociali.

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