mercoledì 29 giugno 2011

tilt

Da questa fase non esco, l'ho ripetuto centinaia di volte. Ci lascio le penne. Non è una tappa, è più che altro un binario morto, di quelli che non ti lasciano il tempo di tirar la leva, frena?, e sei già spiaccicato dopo un bel volo. C'è da dire che probabilmente ne rimarrà traccia, un'impronta indissolubile, esclusiva da tramandare a futura memoria, ma mi concederà appena l'onore di un accennato applauso. Si parlerà, si commenterà. Si è rigirata come un vortice attorno e sotto se stessa, ha scavato a fondo gallerie infinite, nelle quali, avventuratasi, non riuscendo a ritrarsi per far ritorno, s'è persa e, come dice lui, questo è e sarà il suo fallimento più bello. Lui. L'autore. È stato talmente tormentato, povero figlio, così ombroso e poco incline a qualsiasi compromesso che questa sua ultima opera, riportandolo alla visibilità meritata, sì, ma tardiva e ininfluente, non farà altro che lasciar tutti indifferenti e il suo successo ben presto dilapidato. Tutti chi? Non me. Insieme a lui alla deriva nel 2006 ci son anch'io. Circondata da tanto affetto, una parte disinteressata, una parte aderente, soffocante e in attesa di pagamento rata a scadenza. Musico questa tappa. Quello che verrà dopo non riuscirà ad eguagliare la bellezza della sofferenza, dell'inciampo, del rallenti della caduta. Scott Walker. Tormentato songwriter. Storia e blocco. Tilt, giù lo scosceso e ultimo approdo, appunto. Capo di buona speranza. E riascolto l'eco di una biografia ricca, bizzarra, fuori dagli schemi, di quelle in cui m'imbatto e m'impatto volentieri e sulla forza delle quali mi lascio trascinare, lontana dalle radici, ma radicale avanguardista, trasformata e rinnovata, alla ricerca continua di frutti mai maturi, animata dallo stesso sguardo cupo e malinconico… svogliata e mai doma, segreta e coloratissima, compongo pulsazioni, le unisco in un'enorme litania, sgranando e recitando. Son terremoti interiori che sfondano il suolo e nel fratturare zolle e aprire voragini liberano sentire, pensare e guarire. Per me e per lui.

4 commenti:

  1. per buddha!
    ma non farmi sti tiri mancini!
    sai quanto ci ho messo per recuperare il ricordo di dove e con chi dicevo di questo TILT????
    ovviamente dopo mezz'ora mi sono ritrovata al punto di partenza o quasi, nel senso a parlar con te del TILT nel PIACERE!
    ma certo! era giovedì scorso (manco a dirlo il giorno della staffetta telepatica che lo avevo scelto e poi scartato preferendogli quello più cupo) e TU oggi te ne esci con questo (ag)gancio (che ai più risulterà incomprensibile cosa intendo dire) ma a te no! spero:)
    a te voglio ben sperare che la memoria non faccia giri infiniti e si disgiunga come è stato per me.
    comunque è vero hai fatto bene!
    giusto sfogo, ora però cambio discorso che se ripenso ai commenti del 23 al PIACERE poi mi devo legare le mani ai piedi;)

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  2. XXXXXD ma non te lo avevo accennato che avrei scritto un post su Tilt del buon Walker su Parallela Mente? :) A me fa giusto quest'effetto: strania, sbatte, sfoca, intinge, chiazza! ;) indefinito come sempre!

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  3. PETROLIO_MUSO
    mah? chi lo sa? ho una memoria così labile!
    poi ho realizzato che ne avevo parlato con te perchè hai la foto sul blog e che mi avevi detto che ti piace, il resto mah!?
    a volte me lo dicono: "ma se lo hai detto tu!"
    ma io ne dico talmente tante di contorno!
    però le cose essenziali quelle le porto legate alle dita infatti vorrei riuscire a lasciar via quelle dimenticate, invece se si agganciano finchè non ne vengo a capo non penso ad altro.
    chissà se esiste una traduzione decente di TILT?
    anche per quello non l'avevo scelta ha un bel testo ma va tradotto per bene o perde poesia.

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  4. ne avevo una gentilmente concessami da un'amica… chissà in quali appunti in quale agenda sarà andata a finire, ma per me è poesia disgiunta dalle parole, è musica dell'anima ;)

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