lunedì 22 agosto 2011

Conversazioni parallele: Cecilia e Guchi su Marte


Cecilia: 
Hi, Guchi. Mentre ordiniamo (e son proprio curiosa di vedere cosa offrono i bar marziani) c'è una domanda che volevo farti da tempo: qual è il luogo (di casa, all'aperto, ovunque) dove hai passato letteralmente la maggior parte del tempo della tua vita? Tralasciando il letto, che sappiamo ci ruba o regala indicativamente un terzo di esistenza nell'oblio... come dire: su Marte, appunto!
E' come se portandomi qui avessi voluto strapparmi, e strapparti, dalla cappa di afa terrestre. E anche dalla cappa di ansia che abbiamo addosso...

Guchi: 
Mi chiedo se hanno la granatina... le scorte terrestri sono esaurite da anni, però forse qua su un altro pianeta, chissà...
Pur non potendomi basare su un criterio scientifico, direi che la gran parte del tempo l'ho passata nella stanza che oso definire "mia"; è, diciamo, il mio studio, definizione che può trarre in inganno in quanto adesso gli svaghi vi trovano maggiore spazio. Tutto è merito della presenza del computer; in passato lo usavo per lavorare e per attività di volontariato, ora per puro e semplice diletto. C'è pure una libreria che ospita tutti i miei manga, diversi libri, riviste e DVD, e non manca una comoda sedia in vimini, perciò quando lascio la scrivania posso dedicarmi alla lettura. Pareti e superfici varie sono piene di oggetti che ho ammassato nel tempo e che donano a questa stanza una personalità guchiana inconfondibile.
E per quanto riguarda te, invece? Quale spazio identificheresti?

Cecilia: 
Guarda... granatina, cedrata di Salò, o Chinotto di Savona; per me l'importante è che il cameriere si sbrighi: innanzitutto perché mi sento soffocare, e poi perché il suo fascino da cute ambrata non glielo leva nessuno. 
Alla mia stessa domanda mi tocca rispondere con un pareggio! Mi piacerebbe dirti, infatti, che anche per me lo studio è la stanza nella quale ho passato il maggior tempo in questi 27 anni (e mezzo...), anche perché come per il tuo c'è tutta una storia di trasformazioni d'uso e rinnovamenti dietro. Ma la verità è che, minuto più minuto meno, il primato gli spetta a pari merito con le strutture ospedaliere (di ogni tipo): come sai da qualche anno ho avuto occasione di lavorarci, trasformando così in pratica positiva quelli che erano soprattutto ricordi passivi (non tutti negativi, però...). 
Sai anche che mio fratello, dopo diversi anni di malattia, è morto - io ora dormo nel suo letto! E' un'abitudine che inizialmente era sporadica, ma che alla fine ha preso piede. Mi fa sentire un tantino più vicina a lui, e penso che faccia piacere anche ai miei che fisicamente sono a un tiro di voce. La cosa più carina del dormire lì? Che per i primi mesi ho sentito il suo odore sul cuscino.
Gli odori per me sono fondamentali... ho certi ricordi...

Guchi: 
E' vero, a volte un odore può risultare molto più evocativo di un'immagine, forse perchè è qualcosa che penetra dentro di noi in una maniera che pare quasi fisica, e così ci risveglia in modo vivido il ricordo di una persona o di una situazione (per esempio, ogni volta che sento odore di bucato appena fatto mi torna in mente un sabato pomeriggio a Burano e la signora che stava stendendo le lenzuola mentre passavo). Penso poi alla misura del tempo che a volte appare sproporzionata al reale. Se mi avessi fatto la stessa domanda qualche anno fa, ti avrei risposto che passavo la maggior parte del tempo a scuola, anche se effettivamente non era così, ma il continuo accompagnare e riprendere figli, le riunioni e soprattutto il peso di tutta la situazione, mi dava questa percezione.
A proposito: ma da quant'è che siamo qui sedute? Non vorrei perdermi il tramonto di Giove!

Cecilia: 
Possiamo incamminarci, se vuoi: anche se confesso che i tramonti, solari o gioviali che siano; tanta giovialità non me la danno. Sono più una tipa da alba... però, è vero, la sera i profumi sono più intensi. O è un'impressione mia, campata per aria?
Ad ogni modo, tu hai parlato di lenzuola stese, ed io invece ti dico (non impallidire anche tu come quella sciocca della Luna, ti prego!) che gli uomini che mi hanno attratto di più si portavano addosso un odore molto semplice ma particolare: l'odore di... un capo stirato... probabilmente è quello che si sente dopo aver passato anche l'amido - è solo una supposizione, infatti io non stiro praticamente mai. Ho imparato ad associarlo sia al piacere di una compagnia desiderata che a quello della pulizia e del candore...
... altri tempi? Eppure quando mi capita di fiutarlo per strada o comunque fuori casa, anche per un breve attimo, mi accendo. Tu non è che conosci qualcuno che faccia per me, eh? Tipo il "tenutario" di una stireria come quella che avevo sotto casa, nella vecchia casa, una volta... sono ancora molto affezionata a quel posto: infatti, tornando alla mia domanda iniziale, penso di aver passato la maggior parte del tempo non scolastico della mia infanzia, prima di cominciare la trafila ospedaliera, nella mia e nelle altrui cantine: cercavo con i miei amici di allora passaggi segreti e babau. Sono un'appassionata dell'orrore! Ma ho sempre pensato di non essere in grado di scrivere un romanzo horror-noir, forse perché gli esempi che ho in mente - da King a Lansdale - sono tanto eccelsi...

Guchi: 
Non dovresti ragionare in questi termini, se tutti lo facessero non avremmo mai nuovi scrittori. Ognuno deve trovare la propria voce e usare quella, è ciò che è più difficile da fare ma, una volta che ci si è riusciti, i paragoni non hanno più senso.
Da bambina, dici... mah, a parte che per andare a scuola, non uscivo quasi mai di casa, perciò anche allora il mio regno era la mia stanza, esattamente come ora è il mio studio, ed era un regno dalle pareti elastiche che comprendevano universi paralleli e altre vite, perciò non posso dire di essermela passata poi così male. Infatti credo che a salvarmi la vita sia sempre la mia immaginazione, che va a tappare le falle della mia esistenza piuttosto opaca e molto solitaria. Per questo non posso nemmeno aiutarti nella ricerca di un uomo, profumato o no di appretto, poichè a stento ne sono riuscita a trovare uno per me in 45 anni.

Cecilia:
Wow, ed io che credevo d'essermene uscita con una delle mie lamentele indigeste!... perché sì, hai ragione: non dovrei sempre ragionare paragonandomi ad altri, o comunque aspirando ad un ideale quanto astratto livello qualitativo: mentre io aspiro, infatti, altri producono.
Eppure, anche questa tua ultima affermazione non è meno tosta. So che è difficile da fare, ma, una volta riuscita ad abbandonarla, l'idea che là fuori "non ci sia trippa per gatti", per te intendo, ti sembrerà una colossale stronzata. Ooops!... come questa enorme cacca di bufalo marziano nella quale stavo per finire O.o (Da quando abbiamo scoperto che su Marte c'era dell'acqua, ne son successe di cose).
Vedi, a volte ho l'impressione che tu creda seriamente nel tuo mantra del karma: "Mi è capitata una sfiga... ma forse non è sfiga, forse in fondo me la sono cercata e voluta - in un'altra vita". Ehi, signorina! Per avere 45 anni ti sei autogiustificata (ed affossata) un po' troppo con questa storia; non credi? No, forse non lo credi. Eppure io fatico a credere che tu ci creda realmente, che ti ci abbandoni davvero.
S'è fatta l'ora di tornare. Staccare è stato bello, ma come vedi, da se stessi non si sfugge ;)
Preferisci la navetta pressurizzata o il brivido di un bel drago volante?

7 commenti:

  1. avessi saputo portavo il binocolo.

    carina la storia dell'uomo apprettato, effettivamente dopo quello in ammollo, mancava lo stirato che non è lo sparato sennò si intende al modo del defunto o dello spiantato che non vuol dire senza radici o forse si.
    poi mi ha ricordato le quattro casalinghe di tokyo che avevano trasformato la cucina di una di loro per farci a pezzi i cadaveri.

    ma poi siete tornate?

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  2. Più che d'accordo sullo "stirato non sparato" ;)
    Oh, le 4 casalinghe... in realtà i cadaveri li faceva a pezzi una nella vasca (sennò sai, riso al sangue...), ma di certo il cibo non scarseggiava, visto che un'altra lavorava in una fabbrica di colazioni. E cosa non è successo, in un certo posto proprio vicino alla fabbrica di colazioni...
    ... Se siamo tornate? Guarda, Guchi era qui di fianco a me un attimo fa, ma è un periodo che tende a disorientarsi. E così... Gu, ci sei?!

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  3. sì, ci sono, anche se un po' distratta... colpa di Youtube. mi sono messa a guardarlo per ingannare il tempo del viaggio di ritorno e poi, sai com'è, una cosa tira l'altra e posso confermare che finirò all'inferno... ^__^

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  4. E dici che all'inferno troverai la granatina? ;)

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