lunedì 8 agosto 2011

Conversazioni parallele: Still e Guchi davanti alla pagina bianca


Still: 
Sai, a volte mi capita di non riuscire a superare lo stato della pagina bianca. Vedo una tale armonia nella ritmica scansione di righe che la penna non vuole intromettersi, o forse non può. Perché non riesci a sapere fin subito se scriverai qualcosa di sensato, emozionante o utile. Rovinare un equilibrio con scarabocchi non mi appartiene, anche se vorrei saperlo fare.

Guchi: 
In questo credo di essere più incosciente o forse meno rispettosa di te: non mi è mai successo di non avere nulla da scrivere! Il che non significa che ciò che scrivo è sempre sensato, anzi... ma talvolta parto con qualche sciocchezza e, nel procedere del discorso, mi accorgo che le parole acquistano molto più buon senso di quanto mi sarei mai aspettata. Forse il nostro subconscio è sempre un passo più avanti di noi?

Still: 
Credo che sia vero quello che dici. Quando inizio a scrivere è come se un flusso si impossessasse di me per esprimere delle parti che non conoscevo, tocco delle note che non sapevo di avere. Forse è per questo che quando manca l'ispirazione inizio a sentirmi più vulnerabile. In fondo il "conosci te stesso" è un punto imprescindibile per chi scrive, non trovi?

Guchi: 
Certamente! Lo è senz'altro per quanto concerne le nostre emozioni: se non le sappiano accettare e riconoscere, è impossibile descriverle. Per questo ho sempre pensato che scrivere sia terapeutico e liberatorio. Ti è mai capitato di fare chiarezza su certe cose di te dopo averne scritto? Però, proprio per questo motivo, scrivere a volte può mettere a nudo cose di noi che poi, per pudore, non vogliamo condividere con gli altri.

Still: 
Mettere a nudo. Per una persona riservata e timida come me è un'impresa. La verità è che spogliare il proprio corpo, per quanto possa essere imbarazzante, è un'azione naturale, mentre farlo con i sentimenti più profondi diventa qualcosa di difficile e a cui non sempre sono pronto. Poi però mi chiedo: cosa avrei se chiudessi ogni mia sfaccettatura nel cassetto? Credo che mi sentirei solo e incompreso. Ma la domanda per me è: esistono dei limiti che non si possono mai superare nel raccontare?

Guchi: 
Alla fin fine i limiti ce li creiamo noi per tanti motivi diversi; uno è la paura. E' difficile capire quali possono essere le conseguenze del dire qualcosa. Spesso, quando in passato ho scritto certe cose, ho temuto di venire presa per matta o compatita, invece ho trovato comprensione e condivisione, eppure ci sono molte altre frasi che non ho ancora avuto il coraggio di far leggere a nessuno e che probabilmente resteranno nascoste ancora per molto tempo. E' la mia vulnerabilità che non mi piace mostrare in fondo. Forse l'unico criterio valido è andare a istinto, valutare di volta in volta e, a seconda di come ci sentiamo in quel momento, osare poco per volta e fermarci se proviamo disagio.

Still: 
Certamente non essere totalmente esposto aiuta. Non esiste una discrepanza fra il mio essere e quello che scrivo, ma il fatto che nessuno mi conosca realmente è un'ottima cosa. Chi vive con te ogni giorno varia dall'acriticità a una sorta di voglia di proteggerti che ti spinge a non sentirti totalmente libero, chi non sa se hai gli occhi verdi o marroni ti porta a raggiungere un limite diverso e più ampio. Questa cosa però potrebbe essere vera solo per me che ho un rapporto difficile con l'amicizia.

Guchi: 
Chi non sa di che colori hai gli occhi può vedere di te quelle cose che chi ti sta vicino non vede più o ignora. Può sembrare che ora io affermi il contrario di quanto abbiamo detto finora, ma forse a volte è proprio di questo che abbiamo bisogno.

Still: 
E' bello riflettere con te. Mi sono sentito in viaggio verso l'ispirazione.

4 commenti:

  1. (riflettevo sulla quantità di pagine che sono state scritte sull'argomento___ )
    forse mi è successo, non ricordo, se è successo forse ho fatto una barchetta bianca o provato un colore, non so.
    se ho voglia di scrivere e non mi viene non insisto, tanto sicuramente mi torna l'estro, e se non torna, poco male, tanto c'è sempre chi si pone il problema e un giorno magari lo risolve.
    scusate il mio nichilismo, il post è graziosissimo e anche voi siete teneri come lo scambio di parole.
    grazie !

    RispondiElimina
  2. Still è in vacanza, non può nè leggere nè commentare... comunque riferirò!

    RispondiElimina
  3. Ho provato anch'io conversazioni parallele ma dall'altra parte risponde sempre uno che dice "il numero è sbagliato" ... mi sembra sempre di essere ad un quiz televisivo.

    RispondiElimina
  4. allora io sono stata fortunata a trovare dei collaboratori entusiasti!

    RispondiElimina