Succederà tra dodicimilatrecentoquarantacinque secondi. Un evento che non succederà mai. Ho ingannato il tempo. Ogni volta che ti leggerò, leggerò dodicimilatrecentoquarantacinque secondi all’evento, spostato nel tempo del tempo che passa tra una sbirciata e l’altra a questo post. Un post posticipante.
Ho abbandonato la matematica di fronte alla sua indeterminabilità. Dieci diviso tre fa infinito, venti diviso tre - è logico oltre che matematico - è un doppio infinito, trenta diviso tre invece non torna più. Come se tre infiniti facessero un finito. L’infinito diventa finito troppo in fretta, senza complimenti, senza spiegazioni, per il solo gusto insapore di definire l’infinito.
La mia bambina ha compiuto proprio oggi tredici giorni. Osserva appoggiata al mio scarno e spigoloso avambraccio il soffitto bianco. Bianco senza una macchia, senza un ombra, senza nessun motivo da farle muovere gli occhi seguendo chissà cosa. Ma lei muove gli occhi e segue chissà cosa. Sarà il suo angelo custode. Io ci credo. Ieri sera verso l’una andando in camera da letto ho sentito una voce limpidissima, nettissima, e un’altra appena più roca che rispondeva. La porta della camera dietro la quale avrebbe dovuto esserci la mia compagna e l’altra bambina novenne che chiacchieravano, nonostante l’ora, era una porta della camera dietro la quale c’era la donna che dormiva il sonno dei giusti, la tredicigiornenne che dormiva il sonno di quelli ancora più giusti e l’altra bambina novenne era nella sua stanza che dormiva il sonno dei giusti più giusti dei giusti ma appena meno giusti dei più giusti. Tutti dormivano. Ecco perché credo all’angelo della mia bambina, che chiacchierava con l’angelo dell’altro mio angelo.
Sarà che da quando mi sono reso conto che certe poesie, e certe canzoni, valgono solo per un emisfero e sono ridicole o almeno lasciatemi dire sbagliate formalmente per l’altro emisfero, da quando me ne sono reso conto ho smesso di scrivere poesie e ascoltare certe canzoni. Prendi un’estate al mare di Giuni Russo. Perfetta per noi boreali, ma un australe l’estate se la passa davanti al caminetto acceso e se va al mare ci pattina sopra insieme ai pinguini. Prendi Hikmet che d’autunno si lacera perché vede cadere le foglie, proprio nei giorni che i maori contano le gemme appena gemmate degli alberi. E non mi sorprende quando sento un maori domandare cos’abbia bevuto e fumato questo Hikmet qui. A meno che di là non chiamino autunno la primavera ed estate l’inverno, unica mia speranza per continuare a leggere Hikmet e ascoltare Giuni Russo, e scrivere poesie sulle stagioni.
Anche gli scarichi dei lavandini sono primavere d’autunno, vorticando in senso orario o antiorario se si trovano aldiqua o aldilà dell’equatore. E se si trovano proprio sulla linea? Hanno un bel daffare gli idraulici, lungo l’equatore il tasso di natalità è molto alto.
Tra le cose più curiose ed interessanti che hanno colpito la mia fantasia ultimamente c’è la Monnalisa e qualcosa d’altro di Leonardo. Leonardo fa un bel disegno che la gente impiega ore di coda per ammirare, ma quel che conta è ciò che la gente non vede, il simbolo e il simbolico, i segni, le prime stesure che giacciono sotto i colori e gli occhi della Lisa. Come dire: tu leggi questo che scrivo, ma sotto c’è scritto altro.
Infatti, qui, che siamo sotto sopra in effetti c’è scritto ALTRO. Ma siamo anche sopra sotto.
Comunque, questo è l’evento, questo il messaggio criptato dietro gli occhi della Monna, la primavera d’autunno che squote gli alberi che perdono foglie o guadagnano germogli, questo semplicissimo triptogramma a sensi alterni senza soluzione di continuità pleonastica: id furciam sic plentiamus pepento et salento et scentento (6,3,11bis). Questa è la verità.
O come disse Leonardo: ibis redibis non morieris in bello.
non so perchè ma mi sono ricordata di quel commento che avevi messo nel post con il ragazzo arrampicato a testa in giù:
RispondiElimina"l'assenza è presenza vista a testa in giù"
chissà se te lo ricordi:)
uhuh era il 6 ottobre del 2010, ci avessi fatto caso avremmo potuto postare questo giovedì prossimo!
sono felice quando riesco a guardare il mondo a testa in giù. Non lo capisco ugualmente, ma lo trovo più interessante e imprevedibile, bello.
RispondiEliminaGrazie Teti!
ahhh poi, qualcosa è successo intorno a quell'ora che si era stabilita in chat:
RispondiEliminaun invito a fare il percorso dell'acquedotto giovedì mattina, un passaggio imprevisto di un tipo, che mi sono ricordata di una cosa che ha a che fare con la papessa e gli auguri per un compleanno invisibile, dato che i miei mi hanno educata alla ricorrenza di santa teresa d'avila (evidente ritenendo che quella del bambin gesù fosse meno appropriata) quindi devo preparami che il 15 andrò in estasi;)
insomma, se non mi ci portavi tu con questo post come le notavo tutte ste cose?
grazie!!
La matematica ed i primi vagiti
RispondiEliminaUn linguaggio sintetico, severo, pulito ___
Cosa può mai comunicare un linguaggio di questo tipo?
Caso mai allontanare......
Un linguaggio imprevedibile che costeggia la ragione e l’ignoto
È stato creato dal nulla o è una scoperta lenta e faticosa?
Ebbene sì, ho subito per diversi anni anche io il suo fascino :)
PS quel dieci diviso tre = infinito non mi torna, sarà mica che mi son dimenticata proprio tutto?___sorbole:::
RispondiEliminavi ricordo che siete entrambi anzi siamo entrini ex cadaveri squisiti, quindi già defunti:)
RispondiEliminavogliamose bbbene:))
ma sai CARTISEA che LUCA stasera mi ha mandato un commento per un post che faccio domani?
(e comunque 10 diviso tre mica fa un numero finito, minimo periodico!)
ecco appunto,
RispondiEliminae ce credo che te l'ha mandato, domani posti quello 367288 secondi fa!
dieci diviso tre fa tre e tre periodico, e un numero periodico è un numero infinito, venti su tre fa sei e sei periodico, e dunque infinito: se la matematica non fosse una filosofia approssimativa e fosse logica, allora trenta su tre dovrebbe fare nove e nove periodico. Ma evidentemente l'infinito tende al finito. Vorrei capire ma non ci arrivo.
RispondiEliminaIl linguaggio schizofrenico è purtroppo il risultato della mancanza d'allenamento alla scrittura.
ma 3 e tre periodico lo puoi collocare tra 2 e 4
RispondiEliminama l'infinito non lo collochi da nessuna parte___ non si possono cambiare i concetti base, altrimenti zio diventa trattore, una mela un elettrodotto__non ci si capirebbe più niente