martedì 22 novembre 2011

metafore assassine





(cliccando sulle foto si ingrandiscono)

non so chi l'ha scritto è entrato dallo schermo del pc
chiuso intorno a un sasso
però ha a che vedere con
altri post della serie assassina


8 commenti:

  1. da "Post office" di bukowski, questo dialogo:

    “Ti credi furbo, tu, eh, a fare queste puttanate?”.
    “Preferirei che non usasse questo linguaggio, signore!”.
    “Ti credi furbo, eh? Sei uno di quei figli di puttana con un sacco di paroloni in bocca e ti diverti a metter giù merda, eh?”.
    Agitò i miei fogli nella mia direzione. e urlò: “MISS.TETI È UNA BRAVA PERSONA!”.
    “Non dica sciocchezze. È ovviamente una sadica”, dissi io.

    Gh! gh! gh!
    I flagellabili

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  2. SIMURGH
    bravo! grazie! digliene quattro a questo/a impunito/a!
    perchè intendevi difendermi, vero? O_°

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  3. Il succo del discorso… fuggo! :) succo (sembra un fiscolo quello sotto).

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  4. PETROLIO_MUSO
    (è uno zerbino per la micia, sta vicino alla sua porta:)

    per il post, qui c'è il testo esteso, ma come ti dicevo sembra quasi scritto da me!
    chissà cosa voleva intendere?

    Cara Teti,

    fuor di metafora che a parlare con esse poi si finisce col dire e non dire e così scrivendo e tacendo si montano tante cose che sembrano tirar dentro tutti e nessuno improvvisandosi poeti di quello che mai prende corpo perché quel dire produce suggestioni e speranze che celano quanto invece sia minimo quello spazio vissuto che già altri hanno prima occupato e adesso presidiano a fortezza di sentimenti che pare nessun singolo sia in grado di offrire.
    sogni infranti che vagano nell'animo di chi li ha smossi ben sapendo che avrebbero portato a un'altra (propria) e altrui illusione e che sono utili solo a rendere conferma di quanto vana sia la speranza di goderne anche solo per poco in una esclusiva in cui finalmente sussurrare o gridare proprio a quell'altro e non alla luna qualcosa che appunto vale fino a quando vive nel linguaggio dei cantastorie di professione e nelle leggende o nei miti dei bei tempi andati.
    siamo tempio di amori e parole, per dirlo, già dette a cui ci siamo convinti che altri abbiano già e meglio risposto, tanto che chi arriva adesso ha un bel dire e un ottimo fare, non entra, non passa, non resta.
    abbian da difendere qualcosa che ormai abbiamo già pagato di lacrime e sangue e più nessuna intenzione di riaprire il portafoglio, a meno di farlo per interposta metafora, incuranti che l'altro sia la vittima, che gli stiamo solo offrendo una nuova serratura per chiudere il suo cuore e diventare come noi più capace di inventare manfrine per concupire l'animo e poter dire (senza dire): "son capace anch'io"!
    assassini di belle e buone speranze, con l'alibi del "così sono fatto", rei confessi eternamente impuniti perché capaci di farsi sempre salvi o di pagare, alla sorte di cui sono artefici, pensieri e parole di espiazione da caimani e così trovare nuovi complici da scannare, di cui collezionare lo scalpo, incuranti, anzi, eternamente insoddisfatti e lamentosi.
    si dovrebbe lasciarli soli davvero i serial killer d'amore e di belle parole, oppure augurargli di trovare il coraggio una volta di sedersi davanti a un buon giudice e farsi finalmente guarire così da non propagare la piaga che sta di fatto dilagando nascosta nelle metafore di senso a parole e di fuochi fatui nei fatti.

    Ciò che c'è di pericoloso nell'amore è il fatto che è delitto nel quale non si può fare a meno di un complice.

    Charles Baudelaire

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  5. ha una scrittura chiarissima… l'ho già letto. Chissà cosa abbia voluto dire… io l'ho intesa così: fuga. Ma mi faccio condizionare dal mio pensiero, si sa. Sono una pericolosa assassina… suicida.

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  6. PETROLIO_MUSO
    sì credo anche io che alla fine ciò che riferiamo agli altri che ci sono prossimi sia in fondo quello che detestiamo in noi stessi, quindi in effetti tirando un sasso a qualcuno lo inviamo al mittente.
    leggersi attraverso una calligrafia diversa in questo senso potrebbe mostrare o facilitare una presa di distanza utile a raccapezzarsi, ma questa intuizione è tutta da dimostrare oltre che soggettiva, quindi non riscontrabile perchè attiene a una dimensione privata.
    per esempio a me sta succedendo di immedesimarmi nel personaggio come fosse reale, benchè sappia in piena coscienza che sia o è un gioco.
    e anche su questo in effetti ho da pensare.
    vediamo come evolve.
    buona giornata e grazie ancora;)
    allora come colonna sonora che ne dici di BACH?

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