nel secondo, parlo con questa entità passeggiando di notte in uno stabilimento balneare.
nel terzo sono in vespa con l'entità con cui continuo a chiacchierare quando si rende conto che sta finendo la benzina e io mi ricordo che devo raggiungere l'ambulatorio di un dentista.
a un certo punto ho l'impressione di stare abbracciando l'entità maschile e la sensazione è così reale che mi accorgo di stare sognando e sogno di pensare che forse in quel momento mi pensa o sogna di pensarmi.
nel risognare colgo il legame che le due altre entità hanno tra loro, ma il discorso verte sulle rassicurazioni che sia più forte quello tra me e l'entità che ha le sembianze maschili.
parlo poco, ascolto l'altro ma resto perplessa. sogno di svegliarmi e sogno di riprendere il sogno.
lo stabilimento è sì quello del primo bacio a 11 anni, ma nel tempo si è diroccato e ha cambiato di posto, preferendone un'altro più grande dove ho preso una cabina essendo che capita che i miei sogni siano ambientati in quel luogo disabitato e fuori stagione. il posto è simile a quello che sogno ricorrentemente, ma meno diroccato. l'altra entità si aggira, guardando altrove.
per far prima l'entità mi porta nei pressi di via della libertà, ma una volta sul posto realizzo che l'appuntamento è a piazza della libertà.
con le ultime gocce mi porta nei pressi di un bastione oltre il quale c'è la piazza e ci salutiamo.
poi sogno l'antefatto, come mai era lì?
di quella parte ricordo solo che io e l'entità maschile saliamo, qui in questa casa, indubbiamente finalmente ha deciso di venire a trovarmi nella mia tana. "mi chiede che bolle in pentola?" ma io sono in bagno con la porta aperta che faccio la pipì mentre lui scende le scale e io cerco di dirgli di fare attenzione al gradino angolare ma riesco a parlare solo sottovoce mentre lui guarda in altro verso di me nella penombra e canticchia allegramente qualcosa in cui compare la parola "spettacolo".
poi il sogno riparte dalla sensazione descritta all'inizio, ma come fosse già avviato alla fine, quando realizzo che con altre tre entità ero in un open space nelle chiacchiere quando a una delle due entità maschili è venuto di proiettare un video, l'ho riconosciuto, era mio, ma quando è partito si è trasformato del backstage di quello che credevo fosse la versione definitiva.
sognavo di guardare la scena di me che riprendevo le scene in cui allestivo una sorta di alfabeto fluttuante con delle lettere disegnate con il fil di ferro. insomma non siamo più nella mia camera ma in una stanza che non conosco, lo so perchè accendo la luce in un punto diverso da dove ho l'interruttore.
lui cerca una maglietta e mentre mi allontano vedo tracce di cera un po' dappertutto, soprattutto attaccate ai peli del torace e delle gambe.
la cera??? davvero c'era la cera??? ma come ti è venuta sta cosa della cera???
allora mi ricordo che ne veniva da un incontro con la gatta morta, sorrido e gli dico qualcosa tipo: "ci avete dato dentro eh?" e lui boffonchia qualcosa che è una via di mezzo tra "non dirmi niente" e "che scocciatura chi me lo ha fatto fare" e io che commento con un "ho sempre detestato la cera" e scendo le scale del bastione.
il bastione è una costruzione che ho edificato nel tempo di mia fantasia, a volte compare nei sogni dove sbaglio corriera e finisco su una che fa "il giro più lungo" a volte quando sono a Milano e sbaglio ingresso sulla tangenziale. in tutti gli altri casi come in questo sono in ritardo, devo o voglio raggiungere un posto in cui arriverò in ritardo e poi mi sveglio. stanotte ho riconosciuto dai particolari che quel bastione è lo stesso di altri sogni in cui visitavo il suo interno senza sapere che fosse lo stesso edificio.
per la prima volta sogno di rendermi conto che esterno e interno di quella costruzione sognata in serie di sogni diversi è lo stesso edificio.
in effetti quel cancello lo avevo già visto, era già stata una via di fuga ma al momento del sogno quel particolare mi è sfuggito.
è giorno, ci sono da oltrepassare dei guadi gelati.
siamo io e un'altra entità.
siamo con una cinquecento in bianco e nero mentre il resto del sogno è a colori.
a un certo punto il pack si muove e si allontana dalla riva.
io riesco ad avvicinarlo, salirci e passare sull'altra sponda.
dunque intendo fare lo stesso con l'auto e spiego all'autista come fare per riuscire a passare.
ma l'altra entità scende dall'auto e inizia a camminare sull'acqua evitando le isole ghiacciate, anzi facendo ben attenzione di poggiare i piedi sugli scogli più profondi e ben presto finisce in acqua vestita di tutto punto, scarpe, vestito, cappotto e cappello compresi andando a fondo.
mi viene il nervoso per quella imbecillità e in qualche modo mi procuro una corda così da recuperare l'entità contando mentalmente i secondi dell'apnea.
qui c'è qualcosa che non ricordo, perchè l'immagine successiva è di me a riva con una coppia di trentenni che commentano il fatto come se si trovassero sulla spiaggia di pieve in estate, quindi in costume da bagno.
del sogno mi resta il nervoso per l'assurdità di quel gesto e questo flebile ricordo.
Torno al bastione di cui conosco solo parte di esso.
la zona con l'hotel e quella con le sale espositive collegate dalle scale a chiocciola e qualche passaggio segreto in cui fatico un sacco a entrare, specie di botole di cui una in particolare da accesso a un'ala in cui spesso albergo quando sogno di visitare luoghi fuori di casa.
per fare più in fretta entro in modo da evitare di girare intorno alla costruzione, ma una volta dentro trovare la via diretta è impossibile. tutte le porte sono chiuse.
incontro altre entità rimaste imprigionate che hanno rinunciato all'idea di riuscire a uscire che cercano di convincermi a restare.
entro in un cortile, trovo un piccolo cancello impolverato e arrugginito, ma anche quello è chiuso, arriva un'entità che mi dice che lo può aprire e che subito fuori troverò la piazza.
è tardi, l'appuntamento era alle tre e sono le tre e mezza, il cellulare, come sempre nei sogni, è senza campo. l'entità apre ed io esco e mi trovo in una strada senza sapere che traversa prendere.
dai terrazzi ottocenteschi le entità prigioniere danno indicazioni contrastanti e misteriose, poi ne scorgo una che mi ripete le parole dell'entità che mi ha aperto: "capirai quando svoltare e da che parte" e mi urla: "ora, adesso!"
io prendo per quella via e finalmente vedo lo sbocco nella piazza alzo gli occhi e vedo le entità festanti dai terrazzi felici che io sia riuscita a trovare quello che stavo cercando di raggiungere e mi sveglio.
Qualcuno mi chiamava giocando con l'anagramma e io ridevo.
Poi un anziano con cui non so come finivo in un letto in una specie di ospizio.
Un sacco di gente.
la casa è quella con tante stanze a sviluppo longitudinale al termine il portico con il giardino anch'esso lungo e stretto che finisce al centro di un rione di una città ignota.
incontro una entità maschile, piccolo, sovrappeso, brutto, ma affascinante, più che altro misterioso e intrigante. c'è un po' di via vai, io cerco di predisporre la stanza per un rapporto sessuale, ma succede sempre qualcosa che ostacola.
all'improvviso mi prende per mano e apre una porta di una delle tante stanze, io che so che quella casa che infiniti cunicoli e corridoi collegati uno con l'altro controllo le varie porte che si aprono intorno alla stanza. due le trovo chiuse, le altre conducono come prevedevo al punto di partenza o ai servizi.
comunque ci mettiamo a letto lui è già nudo, cioè parzialmente nudo.
in particolare ha intorno al pene cioè intorno la prepuzio un cinturino di pelle nero a cui sono attaccati dei petali di rosa che rendono particolarmente allettante il suo membro per altro di cospicue dimensioni.
in qualche modo è cazzo e figa insieme, almeno è quella la sensazione percepita.
mi sento leggermente inadeguata rendendomi conto di trovarmi a fianco di un essere particolarmente dotato di estro erotico e raffinato estetismo.
la mia vagina è diversa, anche lei sembra rispecchiare il suo prepuzio, con le grandi labbra che simulano i petali.
le sue mani la sfiorano e il suo sguardo è incredulo, poi inizia il rapporto e mi sveglio.
era tanto che non sognavo quella casa, tanto che nel sogno non la riconosco, solo nel dormiveglia realizzo che è quella casa.
tante stanze tutte piene di letti, con le tappezzerie vecchie, i mobili impolverati, era stato un sogno ricorrente quando mancò mia sorella.
nel corso dei sogni avevo ricostruito che fosse la casa dei cugini Polastro di cui la mia famiglia, alla morte di Lina, aveva ricevuto l'incarico di aver cura. mia sorella ci era andata a vivere per qualche tempo e così dentro c'erano finiti anche i suoi mobili. i miei non si sa perchè non volevano che le stanze fossero abitate e così potevamo accedere solo ad alcune.
tuttavia era capitato per sbaglio nel trovare la strada o tentare di orientare che capitassi in quelle vietate e spesso le avevo trovate abitate.
in quelle matrimoniali avevo visto coppie dormienti, nella altre lo stesso, gente che dormiva o faceva l'amore.
i servizi erano davvero anomali.
la cucina piccolissima e chissà da quanto tempo inutilizzata, ogni stanza un grande bagno il più delle volte doppio, nel senso che ai sanitari originali erano stati affiancati quelli più moderni che però non funzionavano o non erano collegati alla rete fognaria, così che se venivano usati il pavimento di ricopriva degli escrementi.
i vecchi sanitari in compenso erano in condizioni igieniche pessime, perchè tutti i residenti era come fossero fantasmi o comunque persone che erano lì clandestinamente.
alcuni dettagli degli arredi ora me li ricordo bene.
è un sogno che non ho ancora ultimato, oggi è stata la prima volta che è avvenuto qualcosa che mi coinvolgesse, le altre volte mi aggiravo cercando di disegnare una piantina da dare all'agenzia perchè affittasse o alienasse la proprietà.
il tipo, lì sembrava uno che avevo conosciuto per lavoro a vent'anni a pieve.
stessa stazza, stessa bruttezza e non ho davvero idea del perchè ogni tanto io recuperi nei sogni l'immagine di quel tizio.
a proposito dei profili che sto raccontando sulle entità dei sogni, ieri mi sono chiesta: ma i difetti che abbiamo nella vita e ci creano così tanto problemi, sono rappresentati nei sogni?
che io ricordi no.
che io ricordi, nei sogni emergono paure, insicurezze, incapacità, ma i difetti no.
se è vero com'è possibile che l'inconscio sia inconsapevole dei lati odiosi (gelosia, possesso ecc) allora se è vero, si può dire che sono io che manco di senso morale o che in generale quando siamo sprofondati nell'inconscio, siamo incapaci di riconoscere le differenze tra i vari aspetti di noi?
vero è che nel mio caso sogni e realtà sono sempre più indifferenziati, almeno quelli che ricordo sono perfettamente conseguenti alla vita diurna.
di questo sono contenta, mi sembra un buon segnale.
mi sono alzata prima delle cinque ma dopo aver fatto alcune cose qui sono tornata a letto e mi sono addormentata sognando un post dell'ospite che aveva scritto (più o meno) tre cose, ma la prima mi è scappata di mente:
la seconda discendeva dalla prima ed era: tre giorni fa ho sentito una voce che mi diceva "scrivi un haiku" e così l'ho scritto.
e poi "ecco per questo l'ho fatto perchè è mia, la mia mia, mia e mia, così mia che è mia, mia, mia mia"
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