lunedì 1 giugno 2020

happy hour

doveva assolutamente saperne di più sulla storia dei bimbi ucraini così decise di prenotare un posto sperando che la data prevista per la ripresa dei voli verso Kiev venisse confermata.
era stanco di aspettare la nomina del nuovo caporedattore che se fosse toccata a lui, come qualcuno gli aveva fatto intendere, avrebbe certamente comportato di dire addio a viaggi, trasferte e inchieste.
aveva quindi preferito avviare nuove collaborazioni con testate on line e diversificare la sua attività ampliandola oltre gli stretti confini della cronaca locale.
sistemate mamma e figlia dalla nonna materna, tranne il week end passato con loro al mare gli restava tutta la settimana per far finta di essere scapolo e lasciarsi un po' affascinare dall'avvocato di suo gemello criminale che insisteva per un incontro prima di essere tradotto in carcere.
'la guarigione è a buon punto, la convalescenza sicuramente ridotta all'osso, sempre che lei desideri incontrarlo..., insomma bisogna sbrigarsi per ottenere un colloquio prima che il mio assistito, mi scusi, il signor Salvo, insomma suo... fratello?.. lasci l'ospedale e la città'.
relativamente giovane diciamo poco più che trentenne, ai suoi occhi una ragazzina, di molto bellissimissimo aspetto, alle prime armi, socievole, di mentalità aperta e con la sconfinata ambizione di diventare al più presto il miglior avvocato della città e subito dopo dell'intero Paese.
una sera di fine maggio al porto antico, una delle prime libere uscite concesse dopo tre mesi di restrizioni causa covid, le accennò l'idea di quel viaggio e lei rimase toccata dall'argomento, pur preferendo ironizzare sul coinvolgimento attribuendolo alla sua neo paternità.
in fondo doveva essere una serata di svago, invece Primo insisteva e insisteva e alla fine capì che il suo interesse era riferito essenzialmente agli aspetti psicologici più che alle norme che vietano la maternità surrogata e sorvolano sui viaggi di chi all'estero trova soluzione al problema.
voleva toccare con mano le condizioni di chi mette a disposizione di illustri sconosciuti un essere umano che ha nutrito e fatto crescere dentro di sé, se è vero che la motivazione principale sia l'altruismo oppure un capriccio consumistico o una situazione economica talmente misera da necessitare dell'elemosina che spetta alle madri surrogate per professione.
avesse saputo che a lui era toccato in sorte un destino molto somigliante al suo avrebbe capito meglio la cocciutaggine con cui quel giornalista voleva ad ogni costo visitare la clinica della BioTexCom dove da un paio di mesi erano 'parcheggiati' quarantasei neonati di cui undici destinati a coppie italiane impossibilitate al ritiro del 'pacchetto' perché nessuno si muove dall'Italia verso l'Ucraina fino al 22 giugno.
al momento diventare genitore era l'ultimo dei suoi pensieri, ma era rimasta scioccata dal 'listino prezzi', dall'offerta di optional, viaggio turistico della città incluso, le comode rateizzazioni e varie amenità tutte indorate dalla ipocrita teoria della generosità di donare felicità e vita ma solo a chi se la sente di pagarne il conto che negli Stati Uniti può arrivare anche a centomila dollari per un bambino di cui si è potuto scegliere sesso e carnagione, insomma provvisto di pedigree come fosse un cagnolino.
e così dopo un paio d'ore si sono ritrovati a guardare un bicchiere vuoto a metà e i piccioni che si godevano le loro patatine nel più triste degli happy hour della loro agiata esistenza.

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