domenica 31 luglio 2011

Sam Rodia. Storie di uomini altrimenti senza storia




Sam Rodia
Ci sono storie cosi, di uomini semplici.
Mi viene in mente per una cartolina che ho ritrovato, da Los Angeles maggio 82, che mi mandava un amico
Piccole private epopee ma, quel che mi viene in mente è che l'uomo è cosi, il maschio la cova. Nelle fantasie c'è sempre, fin da bambini questo elemento antropologico dell'eroismo e dell'epica, che trova nell'uomo una naturale propensione, la matrice del sogno, una via per l'affermazione in fondo, con un che di megalomania, di tragica indole guerresca. Dei romantici insomma e, questi personaggi, non possono non creare una grande e tenera simpatia.



“Perche’ le ho costruite? Non so dirlo. Perche’ un uomo realizza i pantaloni? Perche’ fa delle scarpe?”, rispondeva cosi Sabato Simon Rodia alla domanda.
Rodia che veniva da Avellino. Voleva farle quelle torri e basta, senza tanti discorsi che non avrebbe saputo fare. Era un tipo cosi, cocciuto, un pò strambo. Un personaggio giusto per John Fante aaah si.
L'aveva sempre avuta in testa questa idea. Costruire quelle torri di acciaio e malta per creare un mosaico eterogeneo di vetri rotti, conchiglie, barattoli, ceramiche e piastrelle e altre carabattole che lo ispiravano e che trovava in giro sui cumuli di detriti. Ne costruirà 17, alte anche trentotto metri. L'opera di un uomo solo, in America, lui che veniva da Ribottoli "Volevo fare qualcosa di grande e l'ho fatto". Il suo tempio. Trent'anni ci ha messo, cominciando negli anni venti, con attrezzi da niente. Lo chiamerà "Nuestro Pueblo". Dev'essere stato un anarchico Sabato Rodia. "Il tempio di un mondo alieno. Il bazar di una megalopoli del Terzo Millennio. O semplicemente l'acrobazia poetica di un redivivo maestro vetraio dell'età gotica."
Mi pare che cominci quest'opera geniale e mitologica per star lontano dal bere, star lontano un po da tutti, per tirarsi fuori da un periodaccio di sbandamento nel quale era diventato quasi un barbone. Quando lavorava gli piaceva ascoltare Caruso da un vecchio grammofono che si era portato là Il suo tempo libero era in questo terreno che aveva comprato apposta. Mica per ricavarci dei guadagni, costruire delle case e venderle no, costruire le sue torri.
Nel romanzo di Don De Lillo "Underwood" c'è un personaggio, un artista concettuale che nomina queste torri di Sabato Rodia definendole "Un luogo carico di epifanie" - Zerbini di juta pressati nel cemento; fondi di bottiglia usati per decorare un arco; pietrisco, conchiglie e lattine di Canada Dry conficcati sulle pareti come canditi. Un patchwork tessuto con i detriti del consumismo che oggi si erge come un'icona provocatoria. Quel che resta di un mondo sprecato. - Gente comune, storie che sarebbero quelle di tante vite senza storia, scivolate tra gli interstizi e le crepe dell'indistino e opacizzato tirar avanti e sparire. Invece Sabato Simon Rodia entra nella mitologia americana. Uno che ha fatto qualcosa per distinguersi, giocandosi cosi la sua possibilità del riscatto umano e sociale. Cosi penso anche alle mie di possibilità non giocate. Se ho mai avuto un sogno grandioso? Una cosa per cui i figli saranno orgogliosi? Sarà che non ne ho di figli e cosi ho sogni piu piccoli. Lui pensava a Michelangelo, Marco Polo, Colombo..
Quando si è messo la, davanti a questo campo brullo, a gambe larghe e ha cominciato a portar roba e far cataste e quando i vicini han capito cosa aveva intenzione di fare, non erano per niente contenti e l'hanno osteggiato in tutti i modi, boicottandolo, demolendogli cose che stava costruendo, dispetti di tutti i tipi insomma ma lui niente, ha sempre continuato. Durante la seconda guerra mondiale avevano messo in giro la voce che le torri erano antenne che nascondevano radio per comunicare con i giapponesi. Gli è andata bene che non gli han sparato. Testone di un italiano. Rischiò in seguito di essere demolita perchè considerata pericolante, ma non ci riuscirono per via di un gruppo "Il Comitato per Towers di Simon Rodia in Watts", che ha brigato per salvare le Torri attraverso la raccolta di firme e denaro e l'elaborazione di un test di ingegneria nel 1959, dimostrandocosi la forza delle Torri.



In seguito il quartiere divenne un posto per neri americani, un ghetto dove ci furono anche parecchi disordini razziali. Le torri di Rodia diventarono simbolo di libertà per il quartiere. Dodici anni dopo diventarono Monumento Nazionale.

Qualche tempo fa ho letto una storia, una nouvelle graphic le chiamano, dei fumetti insomma. "I quattro fiumi" si chiama. Ne ho parlato QUA' clicca E' un'idea dello scrittore Fred Vargas e disegnata da Baudolin (un grande. Il titolo del libro è preso dalla grande fontana a Roma con questo nome, dei quattro fiumi in piazza Navona e fatta dal Bernini. Beh, nel libro a fumetti c'è questo tipo, un padre che vive con quattro figli. Questi figli nel loro tempo libero procurano in giro tappi di bottiglia. Anche qua, il padre, aveva questa fissa di realizzare qualcosa di grandioso nel cortile di casa, nella periferia di parigi e allora, pian piano, riproduce la maestosa fontana di roma con tutte le sue statue però lui usa tappi di bottiglia. Grande storia.


Nella copertina del disco dei Beatles "St Pepper" clicca che si può anche ingrandire cliccandoci sopra, il alto a destra, dietro la faccia di Bob Dylan, c'è quella di Sabato Rodia. "Anche se pochi conoscono la sua storia, quasi tutto senza saperlo hanno visto il suo volto. Simon Rodia, e’ stato immortalato infatti nella celebre foto di gruppo della copertina forse piu’ famosa della storia del pop, quella di Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band dei Beatles, dove spunta in alto a destra proprio dietro a Bob Dylan..A suo modo, Rodia e’ diventato un’icona pop"

Nel 55 Rodia abbandonò quel posto e dette via il terreno. Non tornò mai piu. Dieci anni dopo morì



Jim Page nel 1957
Con Sam Rodia non c'entra ma erano quegl'anni e trovo curioso il filmato. Jim Page al suo inizio


Tutto in due parole di teti
(ti pareva se non doveva dire la sua?
Potete anche non leggerlo va, che tanto..)

Sabato lavorava e pensava
mai domenica per lui

un omino immenso
di aspetto fragile e minuto

inossidabile e robusto
elegante e puro come il rodio

forgiava segni nell'aria
piantati su un prato

in un altro paese
si era inventato un lavoro

senza padroni
fuori dal mondo

di notte creava e di giorno
raccoglieva, selezionava

incollava, fondeva,
martellava, colorava

aveva l'aria di un buon
artigiano, esecutore

come su commissione di re,
faraoni, imperatori di altri mondi

Rodia fa di cognome
la sua mania le torri

mi ricorda Gaudì
il periodo è quello

come l'urgenza fosse elevare
forme colate dal cielo

e lasciarle incompiute
perché manca il genio

o la voglia di fare
così per il gusto di fare

che aveva Simon
un tutt'uno a sè stante

del tutto autoportante, bastante
in tutto e per tutto a se stesso.

Sei un grande.

anche tu hai le torri nella testa
o quel che sai solo tu

non importa cosa sia
so che c'è, e tu?


5 commenti:

  1. in verità il commento proseguiva:)
    ma lo hai tagliato e io lo appiccico lo stesso:

    grazie per questa ulteriore
    apertura e conferma.

    non hai nemmeno bisogno
    di costruirle le torri

    sei un grande già così
    come sei, zioSimurgh!
    ______________________
    ps son costretta a intrufolarmi perchè lo zio sennò non mi guarda e non mi sente:/

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  2. PPS con le lattine c'è gente che ci fa splendidi e utili oggetti per la casa, soprattutto portaceneri.
    l'ho letto "l'allegato", torna spesso nei tuoi testi questa cosa degli umili.
    ma non ho ancora capito quanto ci tieni perchè ne tornano e ritornano anche tante altre.

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  3. TETI
    beh, siccome un pò mi vergognavo per via che mi pareva troppo, come un'incensare allora mi ho pensato che per il post ecco, non volevo sembrare mica piu di Sam Rodia no?
    Poi pensavo alle mie imprese, se ne ho fatte nella vita anche se non sono neanche paragonabili minimamente a quelle di Rodia. Non so, quella per esempio di quando sono andato a Dakar attraversandi il deserto in moto? Bah, poi alla fine, le imprese sono quelle che uno poi racconta a figli e nipoti o per vantarsi al bar ed essere tenuto in considerazione.

    Gli umili si, grandi personaggi. Dev'essere per una visione romantica che sò, devo debellare e dedicarmi completamente al disprezzo e al nichilismo. In questo mi esercito privatamente, alla sera dedico due tre ore quando esco. Devo perfezionarmi ma resterò un ibrido temo, qualcosa che sgattaiola viscidamente in qualche crepa. Beh dai che devo dare una mano a maya che tira giu scatoloni dalla macchina

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  4. Ho letto la poesia per Sabato Simon Rodia. Io sto scrivendo un lungo articolo sulle torri del Rodia a Watts.

    Vorrei sapere che e' l'autore del poema per dare la dovuta riconoscenza.

    Grazie

    Raffaele Di Zenzo

    raffaeledz@aol.com

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    1. è uno dei post più di successo di questo blog, sono contenta che riceva un cenno di riscontro:)
      grazie!

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