sabato 12 novembre 2011

inconsciamente ostinata




chi la chiamava illusoria speranza, era incapace di fare i conti con la concreta certezza che solo le impressioni e le sensazioni sanno rendere e  fare in modo che anche una martellata in piena fronte ti faccia pensare di averla solo sognata.
stare ferma, piantata su un confine precario e franoso sotto a un diluvio con l'ostinazione di cui il mondo si fa beffa giudicandola visionaria alienazione.
come ci sono arrivata?
a forza di braccia, bendata e in pessima compagnia, poi ad uno ad uno anche i demoni si sono stufati di me e mi hanno abbandonato.
in fondo al paesaggio, da un versante i fiumi delle parole e le scie degli alfabeti e degli accenti, le virgole e i punti.
alle spalle sopra ai canyon da cui sono risalita gli avvoltoi che spostano il vento per farmi cadere.
prima avevo qualche insicurezza, adesso sono certa che il coraggio sia nello stare nell'unica dimensione che risulta coerente a quello che intuisco con ciò che racconto a me stessa quando sono persa nel sonno e nelle storie che lo abitano.
cosa mi è costato?
pago carissimo questo inconscio ostinato, tanto caro che non lo regalo per gioco.
neanche mi va di più di spiegarlo o cercarlo.
guardo perché ho gli occhi aperti e ogni volta che le palpebre sbattono cambia l'immagine, ascolto perché ho le orecchie e ogni volta che muovo il capo entrano altri rumori, tocco perché ho le dita attaccate alle braccia e i piedi collegati alle gambe, ma non afferro niente.
gusto e annuso perché ho una lingua, un palato e due narici sconnessi a dei ricettori che hanno imparato a inventare sapori e profumi che solo io posso avvertire.
cosa ho ottenuto?
contenta o accontentata del niente che ho da perdere e scontenta di quel che c'è e ho ancora.
che c'è di nuovo?


2 commenti:

  1. Ci trovo un pò di quella poesia western a cui mi voglio dedicare
    "alle spalle sopra ai canyon da cui sono risalita gli avvoltoi che spostano il vento per farmi cadere."
    Questa immagine da un po l'imprinting al post, gli cede il suo marchio e tu sei una cavalla sfuggita alla marchiatura a fuoco; selvatica di dentro.
    Non so a cosa ti riferisci di preciso. Mi pare ad un tuo modo d'essere che aspro a volte sbatte contro chi ha un altro tipo di scorza. Quell'aspro (del tutto impreciso come possibile definizione) se dell'aspro è, penso sia una delle cose per cui uno debba avvertire fascinazione. Un tratto tuo che non trovi facilmente in giro, non al tuo modo almeno. Cosa ti è costato? Costa si una porcamadosca del genere.
    A me della coerenza frega poco ma di te, son certo, è emblema, questo si. Uno si chiede sempre - ma come mi vedono gli altri? - Con questo modo che gli altri ecc, uno, se ci tiene si cerca di conformare, di trovare un pareggio, un'appianare (cosa che, per me, tra l'altro tu ci provi anche, lo fai, però poi si, ti girano i maroni e paghi caro l'inconscio ostinato, che è il marchi vero degli osti-nati, di chi ci sta in mezzo alla gente ma poi, sa anche mandarla a cagare).
    Nella gente, in genere credo, ognuno per sè ha le sue.Dico, beh, questa è una tipa o un tipo che mi piace (è piu difficile quest'ultimo, piu difficile ad ammetterlo ed interagire)Ecco, io a queste cose non ci bado mica. Poi dico, una volta che a pelle l'ho sentito, che comincio ad inquadrarlo poi, a me, piacciono anche quelli che gli altri chiamano difetti. Dico sempre che quelli che si considerano difetti, sono solo in nostro sistema difensivo, cose che ci proteggono. I difetti son cose per cui aver riguardo, dico. A me personalmente fanno ridere poi, mi sono simpatici i difetti. Penso siano la parte piu umana e vera. Se poi stai la a prenderli male beh, è diverso. Se uno poi ha un pelo di permaloso, guai. Penso, se tu fossi una tipa dismessa, con meno prestigio e autorevolezza, una che si defila e si trova un posto in ombra dietro i divani beh, allora si...ma guarda te. Non mi piace mica star gua a dire queste cose, a fare il sapientone che dice la sua. Mi veniva cosi, di corsa un'impressione ma non so neanche di cosa parli di preciso. E' l'ora dello spritz. Vado a fare un salto fuori. A bientot teti

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  2. SIMURGH
    Con chi ce l'ho e di cosa parlo di preciso, chiedi.
    è un discorso generale che prende spunto da un discorso che mi ha fatto ieri mattina un serpente incantatore.
    ma poi stanotte ci ho non dormito sopra e stamattina mi sono detta: NO.
    non mi interessano le offerte di scambio in cui perdo buona parte di me. non firmo contratti.
    anzi alzo il prezzo, così nessuno pensa di potermi comprare o prendere per fame.
    a me non pesa la coerenza. non è un partito preso o un principio è quello che sento nella pancia.
    se facessi diverso mi si annoderebbero le budella, perderei quel poco senno che so di avere e che mi è indispensabile più del pane.
    tanta gente stimata è stata altrettanto ostinata nel corso della sua vita, il fatto che io non sia famosa, non vuol dire che la mia venga automaticamente considerata poca cosa.
    per riprendere quel bandolo kafkiano, sarà che sono predestinata alla perdita totale come mi dicono quelli che sanno guardare nelle carte e nelle stelle.
    chissà!
    sarà l'età (non quella anagrafica) chissà!
    su tutto quel che hai scritto sei stato anche troppo generoso, ma son contenta che un po' qualcuno veda e dica che ho un aspro personale e caratteristico, lo prendo come complimento e attenzione. grazie!

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