giovedì 16 febbraio 2012

COSMOGONIE A CONFRONTO (MINI RACCONTO RODARIANEGGIANTE)


(Foto dal web)





E cosi' la bambina mi guardo' stupita. Stupita che fossi io, proprio io, e non un altro, a strozzarle la vita. C'era il sole sopra la neve, era riflesso nei miei occhi, e non le sembrava possibile che da quel riflesso provenisse la pretesa ad una risposta, piuttosto che l'invito a spiare nella direzione in cui la luce veniva a sbattere nei miei specchi rotti. Cosi' stupita soppeso' se era il caso di prendermi sul serio. E annoiata, ammaestrata, comincio' a ripetere l'ennesimo paragrafetto del suo libro di scuola elementare. E mi disse che per gli ebrei e che per i cristiani, era un tale dio ad aver creato il mondo, e che l'aveva fatto in sette giorni. Che aveva separato le acque dalla terra e no, prima ancora la luce dalla tenebra. E che alla fine aveva plasmato un tipo dal fango e poi ne aveva estratto un osso. E che con quell'osso aveva composto la donna, come se il fango, a quel punto, non gli fosse piu' sembrato abbastanza. Mi disse che per la scienza invece era tutta un'altra storia. Che c'erano voluti non si sa quanti miliardi di anni ad arrivare a noi, da che non c'era niente, nemmeno il tempo, probabilmente. E mi diceva queste cose balbettando, perche' leggere e ripetere modelli e' un conto, ma doverci anche credere ne e' tutto un altro. Non e' roba che si possa improvvisare, la convinzione. E poi? E poi mi parlo' incoraggiata, o anche minacciata dalla mia postura da adulto e maestro, della cosmogonia degli induisti, e di quella degli indiani d'america. Ma mentre mi ripeteva la lezione guardo' fuori dalla finestra e vide il mare. Sorrise disperata, ed io con lei. Ero li' perche' mi davano da mangiare, mica per passione o perche' credessi di portare a termine una missione! E come finalmente discesa tra gli umani con qualcosa in piu' della parola, mi guardo' e con un velo di sfida e curiosita' mi chiese, chi di quelli avesse ragione, quale era la verita'. Insomma... la Terra l'hanno creata dal niente o e' venuta fuori da una esplosione? E se e' venuta fuori da una esplosione, cosa c'era prima? Perche' la bombola scoppia e fa crollare il palazzo, genera l'incendio... ma in origine era bombola, mica nulla davvero! Io sorrisi, chiusi gli occhi e pensai a mio nonno. Che della verita' diceva peste e corna, e non voleva sentire niente a riguardo. Mio nonno che mi raccontava storie a braccio per farmi addormentare, non voleva ne' convincere ne' essere convinto. Voleva solo giocare. Lui si che era bello, starlo ad ascoltare... Allora, forse per sgravarmi la coscienza dal ruolo di aguzzino che mi ero lasciato cucire addosso con due lire e il pane, guardai la bambina e sorrisi e presi a raccontare. Le raccontai la storia di comara scrofa e comara volpe. E lei rise di cuore, come se le avessi levato le rughe dalla fronte. E davvero rughe sulla fronte di un bambino, pensai, non ce ne dovevano essere. Conclusi ridendo insieme a lei, stanco di tutto quel lamento fatto in parti di sussidiario incollate anche male, che sottendono a tarli e guerre, locali, di religione e mondiali. A manipolazioni di ogni specie e a sfruttamento. A fabbricazione di quadri di sistema, e di materiale umano che poi li vada a riempire. Come se tutto cio' avesse un qualcosa di essenziale, decente o almeno naturale per essere giustificato. Come se una questione senza soluzione, fosse davvero e sempre da considerarsi come un problema, e non piuttosto solo come un pretesto utile a scornarsi, a creare tensione.
Ecco, ti piace questo gioco? ” le dissi a quel punto.
Quale gioco? ” mi rispose un po' sospettosa.
Quello di raccontare storie, pescarle nella fantasia e spiegarsi le cose come si fa in un sogno.”
Lei sorrise, e colta l'occasione mi racconto' un'altra fiaba, che a me parve sconclusionata. Ma che mi fece ridere, ridere davvero insieme a tutta la classe, per il piglio che aveva preso lei, per come se l'era cercata e cucita addosso. E allora io risposi con una terza pantomima. Presi al volo il pretesto della neve dell'inverno, e ci fantasticai sopra, a ruota libera. E le spiegai in un assurdo onirico da dove veniva e perche' scendeva. E al culmine dell'eccitazione alla fine della puntata, applaudi' la bambina, e senza nemmeno aspettare l'incoraggiamento, fece lo stesso, e mi spiego' da dove aveva origine il movimento del vento. Quando suono' la campanella alla fine di questa telenovela. fu bello vederla andare via, con la madre e la sorella, per mano, sorridente. Quattro nozioni spicce sul groppone, ma non piu' il problema di una incombente realta' che tutti si contendono con te in mezzo a dover scegliere. Perche' e' un gioco bello inventare storie e saperle ascoltare. E dove c'e' la bellezza, forse non esiste tutto questo bisogno di sapere chi dei tanti ha in tasca la verita'. E perche' forse conta, piu' del sapere da cosa ebbe origine il mondo, imparare a resistere a chi vuole importi la sua versione, o che si cresca senza maturare questo assurdo bisogno.

14 commenti:

  1. uhmmm, ROBA BUONA qui!!!
    (serve la ricetta o ce la fai avere in quantità e di straforo?:)

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    1. e' un cesso. una roba rodarianeggiante.

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    2. (ma fa simpatia... piu' o meno come le vecchie canzoni dell'infanzia... :) )

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  3. No...semplicemente bello questo post.
    Bello.
    Ho vissuto tutto il racconto come fosse vero.
    Mi sono immaginata in una classe e ho visto e accarezzato la bambina che ti teneva testa nella storia...della verità!
    Bello. Veramente.
    Piacere di leggerti.
    Paola

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    1. la storia e' anche bella. la prima frase pure. ma lo stile che segue e il finale sono troppo "libro di lettura delle elementari dei tempi miei"! :) cmq piacere mio Paola.
      alpexex

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  4. ...bello spunto...sottolinea concetti che condivido: l'inutilità di tante nozioni,la bellezza della fantasia, l'importanza di non prendersi troppo sul serio e di saper capire chi ci sta davanti per comportarsi di conseguenza...
    La tua autocritica si basa sulla forma ma chi ti legge regolarmente sa che questo non è il tuo stile solito...
    Ciao, grazie

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    1. na eccoti su Parallelamente grande Luisa. in attesa che magari anche tu abbia tempo per scrivere post, un abbraccio anche qui.

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  5. Grazie grande Kap...volentieri..un abbraccio :-)

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  6. E' tutta una questione di convincimenti, eh? :)

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    1. convincere o obbligare... fanno di tutto pur di spaccarci le balle... :)

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