lunedì 2 aprile 2012

STORIA DI SISTO (2/4)


(foto dal web)



Le ombre sconosciute portarono Sisto in un posto lontano, dove gli odori a lui familiari scomparvero presto.
A sostituirli ne vennero altri. Quelli dei tre suoi nuovi dispensatori di carezze, coccole e cibo.
La piu' piccola, la cucciola umana, non faceva altro che lisciarlo. La mamma della cucciola, invece, lo rimpilzava di biscottini. E benche' incorresse in qualche brutta avventura (come quella gita fuori porta in quel posto strano dove lo misero su di un tavolo freddo per sodomizzarlo e poi infilzarlo con un ago... o come quando si erano incattiviti e ogni volta che cagava lo pigliavano e lo mettevano in punizione...) Sisto poteva dirsi un cane felice.
La casa era circondata dal giardino, e il giardino da un recinto. E venne il tempo in cui Sisto.. percorso ogni metro, esplorato ogni centimetro... comincio' ad ululare alla luna e a spiare dal cancello. Cosa c'era la' fuori?
Rimaneva per ore a mirare dal recinto di ferro (che chiaramente aveva assaggiato), e spesso capitava che vedesse passare un altro cane. Qualche volta si trattava di un individuo cattivo, che gli ringhiava la sua rabbia. Altre volte si trattava un individuo esausto e spelato, che avvicinava il muso alla grata e guaiva la sua disperazione. Altre volte fiero passava un esemplare al guinzaglio, muscoloso e saccente. La cosa che parve chiara da subito a Sisto fu la statistica.. i cani che avevano il padrone erano in salute. Quelli senza erano denutriti e spaventati.
Il padrone, realizzo' Sisto probabilmente, e' la cosa piu' importante che deve avere un cane. 
E allora perche' quel malaugurato giorno in cui, uscendo con la macchina, il suo padrone non chiuse il cancello, lui non seppe resistere alla tentazione di uscire e seguire gli infiniti odori che lo tiravano come corde verso l'ignoto?
Non credo che Sisto conoscesse quella cosa che chiamiamo futuro. Quindi non diro' che pensava, uscendo, di fare presto ritorno alla sua casa... ma certo non voleva essere una fuga definitiva la sua. Sisto era un cane che non sapeva non avere un padrone...
...ma avvenne che mentre trotterellava sul lungomare, gia' a notevolissima distanza dalla villa, venne adocchiato da un losco umanoide peloso che stazionava su di un furgoncino scuro e rovente. Questi, vistolo cucciolone ed ingenuo, usci' dal suo mezzo e si mise a fischiargli.
Rideva Sisto, di quel gioco proposto dall'umanoide peloso quanto lui stesso. Ma poi il soggetto mise in tasca una mano.. e ne estrasse un odore inconfondibile di biscottino.
Sisto gli corse incontro fiducioso e... fini' nel retro del furgoncino, a piangere, sentendo il cuore esplodergli in corpo.
Probabilmente gli tornarono al naso gli odori dei fratelli, quello della madre, quello dell'ombra stridula dal sapore di carezza e leccata... e in tragica associazione riscopri' fuggenti anche gli odori della villa e dei suoi nuovi tre padroni... e seppe che mai piu' li avrebbe rivisti. Annuso' l'aria e scopri' muffa e pelo bagnato. Quello era l'odore del suo nuovo proprietario.
Sisto era stato rapito...(continua...)

5 commenti:

  1. uhmmm, se di primo acchito avevo pensato al tag "(at)Trazioni aliene", ora mi verrebbe da scegliere "alienazione" (ma per esperienza, a meno di colpi di scena, di solito è buona la prima;)
    (che ansia però!:)

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    1. c'e' il colpo di scena. certo che c'e'. in quarta fascia...

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