(FOTO DAL WEB)
La nuova condizione di Sisto si presento' da subito come drammatica. Lo gettarono in una gabbia insieme ad altri cani ringhiosi e spaventati i quali non facevano altro che piangere ed abbaiare.
Sisto si raggomitolo' in un angolo. Non camminava bene, le zampe non lo reggevano saldamente. E poi aveva una cosa in mezzo alle zampe che gli dava un fastidio tremendo. Ci mise il suo tempo ad abituarsi ai nuovi dispensatori di cibo che sostituivano alle carezze e alle coccole delle bastonate e dei calci da fare terrore.
Gli odori erano tutti coperti dal puzzo di piscio, letame e polvere. Quindi non risultava possibile sapere se dalle gabbie qualcuno mancava da un giorno ad un altro..
Sisto non conosceva il futuro, s'e' detto, ma sapeva di cosa ha sapore il passato. E forse un po' lo sognava quel sapore. E da quella vita buia nella quale era piombato, forse i sogni riuscivano a proiettarsi. E allora sperava. perche' chi sono io per dire che un cane non sa sperare? Sperava che come all'odore di carezze e leccatine era seguito l'odore di tappeto bagnato, adesso tutto sarebbe cambiato ancora. E un nuovo padrone sarebbe venuto a cambiargli la sorte.
Cosi', dopo un po' che era li', si concentro' ad analizzare i presenti. E a scoprire eventuali partenze e nuovi arrivi. Questo gli giovo' parecchio. Tanto per cominciare fu piu' reattivo ed evito' di prendere sempre e solo pedate. E poi con la mente puntata su altro che non il terrore, la coda abbandono' il suo interno cosce, e finalmente non ebbe piu' quell'impedimento fastidioso tra le gambe.
Dopo due settimane comprese che ogni giorno alcuni cani venivano presi dalla gabbia e trascinati in catene lungo il corridoio che aveva davanti. E al fondo di questo sparivano dietro una enorme porta azzurra.
I cani andando via guaivano in preda al terrore convulsivo. Certo, nessuno sapeva cosa ci fosse oltre quel buio. Nessuno era mai tornato a raccontare. Ma l'angoscia saliva soltanto a guardarla quella porta. Figurarsi cosa sarebbe accaduto oltrepassandola.
Una mattina l'umanoide peloso, aperta la gabbia, lo punto' con lo sguardo truce, e in breve Sisto si ritrovo' legato e trascinato lungo quella lingua di pavimento gelido...
Ecco.. ecco cosa gli ricordava quel posto. Improvvisamente seppe cos'erano quegli odori. Erano gli stessi odori annusati quella mattina di gita fuori porta coi suoi secondi padroni, quando adagiato su di un tavolo freddo, qualcuno gli aveva cacciato un bastoncino nel culo ed una spina velenosa sotto la pelle...
E avvicinandosi a quella porta adesso l'angoscia di Sisto prendeva forma: la forma di uomini dai volti coperti, la forma di lampade accecanti che spuntavano dal soffitto, la forma di lame sottili e precise, la forma di urla e di squarci, di sangue e carni scoperte... la forma di organi esposti all'aria e ancora pulsanti.
Sisto trattenne il respiro mentre, oltrepassato quell'antro, l'ominide peloso gli sganciava la catena dal collare e con voce falsa e melliflua gli accarezzava l'udito graffiandolo di malcelata crudelta'.
Uno spiraglio di luce illuminava la stanza. Sul fondo, un'altra porta. Dietro quella di certo la sala della tortura. Ma adesso, nella stanza dove Sisto stava, c'erano solo lui e l'umanoide peloso. E quello squarcio di luce ed aria. Una finestra aperta. La coda gli usci' dalle cosce, i muscoli si fecero tesi e Sisto, con uno scatto imprevisto, sferro' un morso alla mano del padrone aguzzino e si lancio' disperato fuori dalla finestra....
Nei giorni successivi arrivo' a pentirsi anche di quell'azione necessaria ma sconsiderata.
Adesso, per strada, soffriva la fame non avendo un padrone. E passando davanti alle ville spiava i suoi fortunati colleghi ben nutriti e coccolati.
Rovistava nei rifiuti inseguito da infiniti uomini con infiniti furgoncini. Certo, non erano tutti come l'ominide peloso suo, ma in qualche modo glielo ricordavano. Avrebbe potuto farsi rapire Sisto, ma quelli che lo inseguivano adesso non avevano neanche l'aria di voler simulare altre intenzioni da quelle di fargli del male.
E quando ormai Sisto era un cane secco e disperato, venne la gioia della sua vita: Andreina. Una cucciola umana che sapeva di latte e biscottini. Non emise nessuna onda stridula, lei, vedendolo. Le sue onde furono gentili e morbide come la sua carne.
Andreina lo vide, lo raccolse, e se lo porto' a casa. Era la sua nuova padrona.
Sisto era stato adottato.(CONTINUA...)
sì sì estetica e mutazioni, confermo.
RispondiElimina(però sti cani son proprio scemi! che si trasformi in un gatto, eh eh eh)
non dire gatto... (...se non ce l'hai nel sacco)
RispondiEliminaOvviamente se lo chiappavate tutto questo non sarebbe successo! Mi posso incazzare? L'ansia mi fa st'effetto... :-/
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