rifarsi una vita senza averne mai vissuta una, essere rimesso in libertà in una città soffocata dallo smog, imprigionata nel rumore di gente distratta che passa il tempo a farsi selfie, nessun congiunto o amico da andare a trovare, un lavoro neanche a volerlo, in tasca solo quanto basta per un paio di notti in un albergo e poi?
tornare dall'ex moglie, pochi giorni, poi avrebbe valutato, ma dopo qualche mese tutto cominciò ad andare storto.
i primi di febbraio morirono i due vecchietti da cui l'ex faceva la badante a tempo pieno.
la donna, diabolicamente, gli aveva chiesto di farli sparire così da poterne incassare la pensione.
poi fu la volta dell'ambulante che sotto casa vendeva la frutta ed era in tresca con la ex, poi una vicina di casa che la ex aveva nel tempo circuito per farsi intestare la casupola con annessa stalla e pollaio che fu deciso, sempre dalla ex, che seguisse la sorte dei precedenti e, infine, la stessa ex che a quel punto andava fatta sparire altrimenti il guaio avrebbe assunto dimensioni galattiche. tutti morti per covid.
magari fosse successo anche a lui che invece li aveva caricati sul furgone dell'ambulante e seppelliti lontano da casa del lupo, nella campagna di un altrettanto minuscolo e sperduto centro abitato da poche decine di persone, più anziane e più spaventate di lui che in realtà sfiorava i cinquanta ma con la quindicina passata in prigione se ne sentiva quasi settanta.
era la ex che gli aveva parlato di terrusso e dei luoghi in cui aveva trovato lavoro appena tornata dalla moldavia quando il marito che aveva decentrato lì la sua attività era fallito e poi morto d'infarto, così almeno diceva lei, e che gli aveva raccontato di una casetta bifamigliare e di un terreno con una casupola al limitare del bosco nelle lettere che gli spediva in carcere e che lo convinsero a innamorarsi e poi sposarsi con la donna che lo aveva di fatto lasciato ancor prima che finisse la sua detenzione e cioè appena realizzato che del bottino di quella rapina lui non aveva un euro.
doveva sbrigarsi, stavano per bloccare la nazione causa virus, cercò quel casolare per ore ed era già notte quando decise che fosse quello dove furono ritrovati i resti delle persone di cui alla fine si era scoperta la sparizione unitamente a quella di un tizio arrivato da poco, parecchio ambiguo e un po' losco.
pensò anche di aver trovato una buona sistemazione per sè, ma con l'avvento della bella stagione e la concessione di una minima riapertura negli spostamenti capisce che il rifugio tanto sicuro non è e riparte.
pochi metri e il furgone si rompe, l'unica è spingerlo fuori strada.
nel farlo si ferisce con un tronco che si pianta nel fianco, torna al capanno, si medica alla bene e meglio e riparte per la boscaglia facendo perdere le proprie tracce anche a se stesso.
poteva finire così e invece no.
dalla sera alla mattina ricompare ancora dolorante e acciaccato per tentare il colpo finale.
una rapina facile facile.
tutti con la mascherina quindi nessuno fa caso a chi ha il volto coperto ma, siccome ha già dato fondo a tutta la scelleratezza di cui può disporre una persona nell'intero arco della vita, realizza che è meglio evitare di pensare come fosse arsenio lupin e preferisce una preda più abbordabile, oltretutto in banca si entra solo su appuntamento, in posta per elenco alfabetico e al monte di pietà se hai qualcosa da lasciare.
già... ecco, chiunque esca da lì ha qualcosa di valore o il controvalore in denaro. è in coda che studia la situazione quando arriva un'auto da cui scende una donna che gli si avvicina: 'le fa piacere dell'acqua e un panino? se ha bisogno ci trova vicino al centro covid dell'ospedale qui dietro... la prego si serva pure.'
'grazie, non ho bisogno di niente e di nessuno'.
nei giorni seguenti ci furono sette scippi in città davanti ai monte di pietà di cui un paio andati male tanto che finì col parlarne il tg regionale.
il frame di una telecamera fece sobbalzare sul divano il gran senso civico di Marta che la mattina dopo andò a testimoniare di aver visto il ricercato ed essere in grado di fornire elementi utili a identificarlo.
tornare dall'ex moglie, pochi giorni, poi avrebbe valutato, ma dopo qualche mese tutto cominciò ad andare storto.
i primi di febbraio morirono i due vecchietti da cui l'ex faceva la badante a tempo pieno.
la donna, diabolicamente, gli aveva chiesto di farli sparire così da poterne incassare la pensione.
poi fu la volta dell'ambulante che sotto casa vendeva la frutta ed era in tresca con la ex, poi una vicina di casa che la ex aveva nel tempo circuito per farsi intestare la casupola con annessa stalla e pollaio che fu deciso, sempre dalla ex, che seguisse la sorte dei precedenti e, infine, la stessa ex che a quel punto andava fatta sparire altrimenti il guaio avrebbe assunto dimensioni galattiche. tutti morti per covid.
magari fosse successo anche a lui che invece li aveva caricati sul furgone dell'ambulante e seppelliti lontano da casa del lupo, nella campagna di un altrettanto minuscolo e sperduto centro abitato da poche decine di persone, più anziane e più spaventate di lui che in realtà sfiorava i cinquanta ma con la quindicina passata in prigione se ne sentiva quasi settanta.
era la ex che gli aveva parlato di terrusso e dei luoghi in cui aveva trovato lavoro appena tornata dalla moldavia quando il marito che aveva decentrato lì la sua attività era fallito e poi morto d'infarto, così almeno diceva lei, e che gli aveva raccontato di una casetta bifamigliare e di un terreno con una casupola al limitare del bosco nelle lettere che gli spediva in carcere e che lo convinsero a innamorarsi e poi sposarsi con la donna che lo aveva di fatto lasciato ancor prima che finisse la sua detenzione e cioè appena realizzato che del bottino di quella rapina lui non aveva un euro.
doveva sbrigarsi, stavano per bloccare la nazione causa virus, cercò quel casolare per ore ed era già notte quando decise che fosse quello dove furono ritrovati i resti delle persone di cui alla fine si era scoperta la sparizione unitamente a quella di un tizio arrivato da poco, parecchio ambiguo e un po' losco.
pensò anche di aver trovato una buona sistemazione per sè, ma con l'avvento della bella stagione e la concessione di una minima riapertura negli spostamenti capisce che il rifugio tanto sicuro non è e riparte.
pochi metri e il furgone si rompe, l'unica è spingerlo fuori strada.
nel farlo si ferisce con un tronco che si pianta nel fianco, torna al capanno, si medica alla bene e meglio e riparte per la boscaglia facendo perdere le proprie tracce anche a se stesso.
poteva finire così e invece no.
dalla sera alla mattina ricompare ancora dolorante e acciaccato per tentare il colpo finale.
una rapina facile facile.
tutti con la mascherina quindi nessuno fa caso a chi ha il volto coperto ma, siccome ha già dato fondo a tutta la scelleratezza di cui può disporre una persona nell'intero arco della vita, realizza che è meglio evitare di pensare come fosse arsenio lupin e preferisce una preda più abbordabile, oltretutto in banca si entra solo su appuntamento, in posta per elenco alfabetico e al monte di pietà se hai qualcosa da lasciare.
già... ecco, chiunque esca da lì ha qualcosa di valore o il controvalore in denaro. è in coda che studia la situazione quando arriva un'auto da cui scende una donna che gli si avvicina: 'le fa piacere dell'acqua e un panino? se ha bisogno ci trova vicino al centro covid dell'ospedale qui dietro... la prego si serva pure.'
'grazie, non ho bisogno di niente e di nessuno'.
nei giorni seguenti ci furono sette scippi in città davanti ai monte di pietà di cui un paio andati male tanto che finì col parlarne il tg regionale.
il frame di una telecamera fece sobbalzare sul divano il gran senso civico di Marta che la mattina dopo andò a testimoniare di aver visto il ricercato ed essere in grado di fornire elementi utili a identificarlo.
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