domenica 14 giugno 2020

la terapia



l'aveva iniziata, in segreto, tre mesi prima del parto. due volte al mese con la scusa di metabolizzare la sterilità, ma ben sapendo che lo scopo era annientare quel tarlo e tutti quelli che lui sì (il tarlo) avrebbe sicuramente generato.
è che si era convinto così bene dell'assenza del problema 'madre' che nemmeno riusciva a comunicarlo al terapeuta che, infatti, gli stava facendo intendere che avrebbe potuto tornare da lui quando ne avesse sentito il bisogno (come a dire, per me può pure finire qui) e invece gli aveva fissato un nuovo appuntamento subito dopo aver letto il foglio ricevuto da Primo allegato al compenso per la seduta.
svelare l'arcano fu come far esplodere la montagna con una carica di dinamite tanto potente da ridurla del tutto simile a una spiaggia della riviera romagnola, ma senza gli ombrelloni e i bagnanti.
prosaicamente si potrebbe dire: simile a un arido, sconfinato e imprevedibile deserto in mezzo alla fitta boscaglia e ai licheni delle zone pre artiche.
poeticamente: simile a dune infuocate e immobili di giorno, gelide e agitate come la marea al plenilunio.
seduta dopo seduta i cerchi intorno a lui invece di stringersi al nocciolo del problema si facevano sempre più larghi andando di tanto in tanto a spiaggiare al limitare di imbocchi a vicoli ciechi, scomparire come i fuochi fatui, o continui déjà vu di esistenze precedenti e future prive di qualsiasi vago riferimento al suo presente.
l'eco di dissertazioni rassicuranti declinate tutte al condizionale, a scelta tra condizionale presente o passato, ma comunque condizionato, lo facevano andare in bestia.
la sua vita era già bastantemente condizionata e variata per ipotizzare ulteriori stravaganti ipotesi di alternative diverse dalle tante che, senza muovere un dito, gli stavano davanti.
a quel poco di nuovo e/o di utile a cui riusciva ad arrivare, ci arrivava sempre da solo e con una fatica tanto enorme che a Martina venne il sospetto che si fosse fatto un'amante, da tanto era sempre stanco, e poi che si fosse scoperto omosessuale per via che la notte spesso se la prendeva con un tale Alberto.
un compagno in crisi a poche settimane dal parto era un problema e così i terapeuti diventarono due: quello di coppia e Alberto con cui concordava come prendere per il culo il primo evitando di rivelare l'origine del loro disagio.
sì perché per quanto Martina fosse una che tira dritto, di sicuro qualche tarlo annidato lo nutriva.
corto e indolore il percorso con la psicologa di coppia del consultorio si concluse in meno di dieci giorni con il consiglio di portare pazienza, genitori si impara quando si diventa e andare al cinema insieme ogni tanto.
con Alberto invece le cose andarono avanti soprattutto a causa degli annessi e connessi delle vicende che presero il via a seguito dalla comparsa del gemello e alla nascita di Angela.
mesi e mesi in cui per un'ora, due volte al mese, se ne stava metaforicamente abbracciato a lui come all'albero maestro di una barca a vela nella tempesta.


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