Emerenc è “la vecchia”, servitrice arcigna ed inflessibile. Portatrice di un mondo interiore tenuto austeramente a distanza dal resto. Anche da Magda e da suo marito, le persone per cui lavora. Gli equilibri si conquistano col tempo e poche parole. Emerenc non concede nulla del suo privato: non contempla tenerezze. Tra le due donne nasce un legame di conflitti e continue riappacificazioni. La fiducia diventa conseguenza logica. La porta della casa della donna nasconde misteri radicati nel tempo, intoccabili. Cosa fare quanto Emerenc si ammala? Può Magda consentire ad estranei di infrangere quello spazio inviolato per salvarle la vita?
mia_euridice
grazie, lo considero un omaggio perchè sai che venero questo libro, la sua protagonista (Emerenc) e lo stile narrativo dell'autrice, capace di tradurre la sua origine ungherese nelle tradizioni domestiche e quotidiane che vivono nel tempo dei ricordi sia della mia generazione e sia in quelle successive grazie a un linguaggio snello, figurativo, esatto.
RispondiEliminaSì, teti, questo primo post della rubrica è dedicato a te. E a quelle persone che, come noi, amano la Szabó.
RispondiEliminaNon ho parlato dello stile della scrittrice ungherese perché credo debba essere una sorpresa. E poi (chi mi conosce lo sa) se un libro mi piace è perché ha uno stile sicuramente eccellente.
Serena giornata.
EURIDICE
RispondiEliminaho apprezzato davvero, sai che sponsorizzo questo libro ad ogni occasione:))
certo che ti sei presa un compito ostico, io non ce la potrei mai fare a scrivere una recensione in 100 parole:(
questa rubrica credo mi costerà un capitale in libri:(
buona giorntata!
100 parole non sono poche. Anzi. Non amo molto i testi lunghi, nemmeno i post lunghi. Temo che Internet (i blog in particolare) non siano adatti alla prolissità. Il Web è nato per essere immediato e veloce. Quindi: meglio la sintesi.
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