lunedì 11 aprile 2011

La teoria della compensazione

Non credo a nulla, perchè credo a tutto. Non credo più che essere bravi faccia sì che si venga premiati. Credo invece da sempre, anche se spesso me ne dimentico, a quella che io chiamo la teoria della compensazione o del dieci. Ho scoperto in tempo recenti che ciò è in armonia con la visione della vita come un cerchio che contiene tutto e che probabilmente è lo stesso concetto con parole diverse. Credo, appunto, che il totale delle cose dentro di noi, della nostra vita, sia sempre dieci (numero simbolico: avrei potuto dire cento, mille o altro). Se hai un otto in bellezza, avrai un due in qualcos'altro; allo stesso modo, se hai un nove in idiozia, avrai un uno per il resto. Il dieci pieno non esiste in nulla. Questo per dire due cose: la prima è che non c'è persona, per quanto apparentemente perfetta, che non abbia almeno una pecca, e non c'è persona, per quanto apparentemente stronza, che non abbia almeno una piccola nota positiva; la seconda è che bisogna riuscire ad accettare il fatto che il totale non si può superare, e che quindi non potremo mai avere otto in bellezza, otto in intelligenza e otto in simpatia perchè il calcolo non tornerebbe. Ciò che funziona per le qualità e i difetti, vale anche per gli eventi della vita: non esiste uno a cui vada sempre tutto male o sempre tutto bene, alla fine le cose si compensano. Malgrado le apparenze, penso che questa cosa sia vera, e sta a noi essere più onesti con noi stessi e più consapevoli per rendercene conto. È una visione ingenua?

Questo chiude anche il mio, di cerchio. Chiude le porte che ho aperto e che non dovevo aprire, perchè di aperte ce n'erano già, e già quelle arrivavano al totale.

12 commenti:

  1. c'è la lode e il bacio accademico però;)
    interessante la tua visione, condivisibile.
    ha una pecca, ma minima.
    pone limiti, ulteriori limiti intendo.
    ma se l'impostazione presuppone che arrivati alla chiusura del cerchio si passi a un livello successivo assomiglia abbastanza alla filosofia della Cina di tremila anni fa.
    in qualche modo al pensiero zen, a un frammento di filosofia zen.
    con questa opzione dilatatoria ed estensiva per quanto mi riguarda tu (e anche il post) meritate sia la lode e sia il bacio, l'abbraccio e pure una pacca sulla spalla!
    (lo sai che i complimenti non mi piace riceverne e non sono capace di farne; ma insomma, credo tu mi abbia capita:))

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  2. E' vero, nella vita tutte le cose si compensano. Non ti può andare sempre tutto male o sempre tutto bene, anche se poi...nel "sempre tutto bene" uno ci spera comunque.
    Mi piace questa teoria. Mi piace l'idea del cerchio che si chiude e racchiude il totale. Mi da un senso di sicurezza, il che non guasta nella vita. Come dici tu, nessuno è estremamente perfetto o estremamente imperfetto. Pregi e difetti si compensano, si mantengono in un equilibrio costante e alternato. Come su una bilancia a due piatti...a volte pesano più i pregi e a volte i difetti.
    Bel post.

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  3. Teti: tempo fa lessi un libro che mi prestò una mia amica (Malattia e destino, forse te ne ho già parlato) che in apertura spiegava una teoria di sicura origine orientale che era molto simile a questa mia visione. quando succedono queste cose penso che allora non sono completamente strampalata, se qualcun altro ci ha pensato!

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  4. Paola: ti ringrazio! a me questa visione è di grande aiuto. in tempi recenti l'ho integrata con quella a cui accennavo sopra, letta in quel libro, che prevede che dentro di noi ci sia tutto e il contrario di tutto, perchè invece in passato tendevo al manicheismo, e difatti stavo piuttosto male!

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  5. Mi sembra di aver capito, ma non ne sono sicura, che il manicheismo sia una religione dualista, bene e male, luce e tenebre, tutto e il contrario di tutto. Qual'è la differenza tra la tua teoria della compensazione, integrata con quella letta nel libro "malattia e destino e il manicheismo?
    Paola

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  6. Personalmente sarei per lo scompenso, il disequilibrio, lo sbilancaimento. L'assunto esposto qui acconsente ad una facile teorizzazione orchè, gia per legge della natura, ogni cosa ha quest'indole al compensarsi, di per sè. Altresi si puo sostenere qualsivoglia teoria che produca la conclusione della quadratura del cerchio e che ciò risulti credibile.
    Per dire, se hai un otto in bellezza, avrai un due in qualcos'altro e cioè? perchè non un cinque in qualcos'altro. Il due è necessario per far chiudere il cerchio ma, in generale il cerchio, secondo me, non si chiude mai se non con la morte. Unico vero destino. Per fortuna.
    Per sostenere l'assunto di quel dieci cento o mille poi, si cercherà di farlo coincidere, magari forzando. per chiudere il cerchio.
    Ho quest'idea che nel cerchio chiuso la cosa di per se muoia. Che quel che riequilibra poi la renda morta, come acqua in una pozza, che stagni, che si renda soffocante, che asfissi l'impeto vitale. E cosi vedo un mondo di asceti, di monaci tibetani, esseri che raggiungono l'equilibrio nella stagnazione, nell'immobilità salmodiante.
    Vedo piu dal disequilibrio, dallo sfondamento delle equazioni, dalla prevaricazione di un elemento su un'altro, dal caos primiturio, l'origine di ogni sovvertimento, lo sconquasso e la baldoria, piuttosto che l'omeostasi. C'è uno stadio di precario equilibrio. Tutti l'abbiamo sperimentato ma ne conosco ben pochi che l'anno mantenuto. Qualcosa d'esterno torna sempre a sbatterci contro, a disarmonizzarci, ad incrinare momentanei compensi. va ben dai, che è ora che tagli per lo spritz che mi tocca.
    A bientot

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  7. premesso che non sono una filosofa, ti dico come l'intendo io: nel manicheismo il bene e il male sono opposti e contrastanti, mentre nell'altra visione sono opposti e conviventi. nel primo caso, il bene esclude il male e viceversa; nel secondo, il bene non può esistere senza il male. poi se passa di qua qualcuno che non si è dormito tutte le ore di filosofia come la sottoscritta e ci fornisce una definizione più canonica del manicheismo, ben venga!

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  8. il commento qui sopra era per Paola, scusate il pasticcio!
    Simurgh: ti piace il disequilibrio, ne prendo atto. pensa che invece io ho sempre inteso tutto come equilibrio, sarà che vivo costantemente sull'orlo dell'abisso e che spesso ci sono pure cascata dentro. il mio problema è che, per amore della mia sanità mentale e/o di quanto detto dal nostro comune amico Rob Breszny nell'oroscopo della settimana scorsa, a me non piace caderci dentro. non è che ami sperticatamente la luce, ma le tenebre mi fanno terrore. eppure ho una certa ammirazione per chi, come te, delle tenebre non hanno paura al punto da tuffarcisi dentro (questa è una mia impressione, ma ti conosco talmente poco che potrei anche sbagliarmi). è che temo che, a sprofondarci troppo, finirei seriamente per farmi del male, e allora rincorro l'equilibrio.

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  9. CAROLINA _____________instabile



    dico, l'equilibrio



    instabile

    sennò è stagnazione, bleah:(

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  10. sì, instabile! infatti richiede continui aggiustamenti... in realtà è un lavoraccio! perchè si scombina una cosa e ne devi riaggiustare un'altra, ogni variazione crea combinazioni diverse. quindi è un equilibrio molto dinamico, in effetti.

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  11. Carolina.
    Riflettendo sulla tua teoria della compensazione, mi è venuto in mente questo pensiero che ti sintetizzo per questioni di tempo, poi magari ci ragiono su in maniera più approfondita eh!
    Cellula, membrana cellulare, omeostasi (condizione di stabilità interna degli organismi che deve mantenersi anche al variare delle condizioni esterne attraverso il meccanismo di auto regolazione).
    Il cerchio lo vedo un po' come la membrana cellulare che tiene concentrate tutte le sostanze indispensabili alla vita, tiene fuori dalla cellula le sostanze dannose, permette comunque la comunicazione con l'esterno e permette la comunicazione tra cellule.
    Questa però non è filosofia, ma scienza.
    Un equilibrio costante e alternato. Corpo, mente, spirito...sempre in movimento...come la vita in genere!
    Però non so se sono andata fuori tema! :)
    Paola

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  12. no, non mi pare Paola! è una bella teoria.

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