martedì 5 aprile 2011

"A volte...le vite parallele"

Non ho mai riflettuto su questa cosa, ma ...succede...effettivamente succede...purtroppo succede.
Persone che si conoscono, vivono, negli stessi secondi minuti ore della stessa giornata, emozioni diverse, sofferenze diverse, pensieri diversi, preoccupazioni diverse.
Puoi iniziare la giornata pensando al tempo che passa e non accetti e preoccupandoti di coprire i segni del tempo con una bella tintura per capelli o con un seno nuovo o una bocca nuova.
Tu non lo sai.
Dall'altra parte della strada, un'altra persona che i segni del tempo ancora non li ha perché a 17 anni è nel pieno splendore della vita, senza alcun motivo apparente, sta maturando l'idea di morire.
Tu non lo sai.
A volte ti arrabbi per delle cazzate e mentre dalla tua bocca escono fiumi di parole inutili, dall'altra parte della strada c'è chi non parla più e tu gli passi vicino stupidamente arrabbiato per delle cazzate mentre dall'altra parte della strada l'altra persona sorride serena...e sa già cosa vuole fare...sa già cosa farà.
Ore in silenzio a maturare la tua rabbia.
Tu non lo sai.
Forse il silenzio è l'unica cosa in comune fra te e lei, l'altra persona...dall'altra parte della strada.
Tu non lo sai.
Passano i secondi, i minuti, le ore della stessa giornata e mentre tu urli di gioia per uno stupido goal della Roma o godi del sole della primavera o tagli l'erba del prato con le cuffiette e la musica a palla per non parlare con nessuno perché stupidamente arrabbiato...dall'altra parte della strada...l'altra persona...non c'è più...si è fermata la lancetta che segnava il suo tempo.
Non più libri da leggere, non più calcoli da fare, tabelle periodiche da consultare, frasi d'amore da scrivere ed urlare. Non più braccia calde da stringere e parole dolci da sussurrare. Non più risate tra amici e giornate da passare al mare. Non più momenti tristi da superare e momenti felici da ricordare...non più.
Dall'altra parte della strada...
Adesso lo sai...succede anche questo.
E allora ti fermi un attimo e fai il resoconto della tua giornata.
Quanti secondi minuti e ore stupidamente perse perché stupidamente arrabbiato.
Non voglio più.

9 commenti:

  1. non ricordo a chi in questi giorni dicevo che sta per succedere qualcosa.
    poi stamattina verso le 10_10,30 quella sensazione è sparita, dileguata.
    torno momentaneamente a casa in attesa di ripartire leggo la posta e due nuovi post.
    lo sfogo della morte, due vite una anziana e una giovane che si sono spente e due post che riflettono su questo tema.
    Lo so ogni giorno c'è più di un lutto, ma creare legami non vuole solo dire di coincidenze strane, scriversi insieme, rispondersi prima di ricevere una domanda, scegliere lo stesso video o una foto a chilometri di distanza, dormire a fianco di qualcuno che è altrove o parlare come se fosse vicino a noi.
    ci sono momenti in cui non sai perché non sai più dove sei, ma senti che sei altrove.
    a me succede spesso.
    ho imparato a distinguere se la cosa riguarda l'ambiente dove vivo o appartiene ad altri/e più lontani, non sempre ma spesso avverto che intorno a me c'è qualcosa che ha a che vedere con eventi dolorosi e mi mancano le forze, all'improvviso vado in catalessi.
    empatia, sinapsi, non lo so. è bello e brutto allo stesso tempo avere queste percezioni.
    ne parlo poco perché alcuni/e non credono a questi fenomeni che invece per me sono ordinaria amministrazione, lo faccio qui in "ambiente protetto" supponendo di essere letta da persone che in parte sanno già di questa mia attitudine che vien spesso definita capacità interpretativa o che a loro volta sono consapevoli che quanto sembra dovuto al Caso sia altro.
    in questa dimensione il prima e il dopo, il buono e il meno buono, gli aspetti connessi alla vita e quelli relativi alla non vita, sono mescolati e finalizzati al bene. a qualcosa che comunque serve a chi resta. che sia farsi rappresentante di chi non è più o meglio è altrove oppure sia ricavarne un insegnamento per sè.
    giusto sbagliato? non so (e non mi interessa saperlo), questo è.
    sono fatta così.

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  2. sai Paola, io ho passato anni masticando rabbia. anni sprecati, lo so bene. anni volati via senza che quasi me ne accorgessi, quelli che avrebbero dovuto essere gli anni migliori della mia vita. ora mi ritrovo finalmente serena, e il tempo si è dilatato. sarebbe bello se questa serenità, oltre a viverla in prima persona, fosse possibile trasmetterla anche a coloro che non ne hanno.

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  3. TETI
    CAROLINA
    ...vorrei, in questo momento, assorbire tutto il dolore e tutta la disperazione delle persone che vivono "al di là della strada"...e trasmettere loro tutta la serenità necessaria per sorridere ancora alla vita.

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  4. per la prima parte mi sembra un moto eccessivo di generosità anche perchè ognuno ha i propri dolori e le proprie prove da superare e non sempre siamo capaci di farlo, ma per la seconda, credo che "le intenzioni" trovino sempre il modo di arrivare
    mostrarsi sereni (riuscendo a esserlo sinceramente) migliora la qualità della vita e altrui, per questo dicevo che è fondamentale imparare a gestire e curare per primi i nostri dolori.

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  5. E' un tema ricorrente questo, grosso modo, che mi attraversa. Sempre una eco di sgomento e assurdità mi accompagna poi. Piu di qualche volta, rispondendo in qualche post, ricorrevo ad un'elencazione, una minima moralia, di avvenimenti microscopici sparsi nel mondo, microdrammi famigliari: un figlio che non torna, un pescatore che perde le sue reti, un soldato che scrive all'innamorata che l'ha lasciato, una donna che viene a sapere che suo marito morirà a breve. Schegge di esistenze che vengono segnate. Non tanto perchè cio possa recar consolazione, ma per l'indistricabile rete del dramma umano. Il ricorrere al tipo di pensiero che hai descritto, ho iniziato a farlo con sitematicità, quando mi viene in mente almeno, come una sorta di esercitazione cognitiva allo spostamento dalla propria egoità. L'egoismo che spesso ci pone al centro del mondo, dove i nostri, spesso miseri interessi, ci fanno imbestialire e incazzare con chi ci capita..bah detta cosi mi suona da cattolicesimo. Leggendo un libro di Fostert Wallace, "Questa è l'acqua", alla fine riportano il discorso che ha fatto ai laureandi nell'università dove insegnava, ecco, il discorso ruotava attorno a questo tema tuo del post e concetto che mi ha fatto pensare e adottare come meccanismo del pensiero, da quegli automatismi che condizionano non poco i nostri comportamenti e sentimenti. Credo di aver fatto un po casino e che non si capisca bene. Anche perchè volevo dire una cosa e poi me ne è venuta in mente un'altra. Insomma cosi mi è venuto

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  6. "L'egoismo che spesso ci pone al centro del mondo, dove i nostri, spesso miseri interessi, ci fanno imbestialire e incazzare con chi ci capita".
    Sai SIMURGH cosa mi spaventa? Il pensiero che mentre ero presa dai miei miseri interessi o dalle mie misere incazzature, sono passata vicino a chi invece era presa da un tale dramma.
    Lo so, è assurdo pensare a queste cose, non vivi più se ti metti a ragionare su tutti i microdrammi che avvengono in tutto il mondo nello stesso istante in cui tu stai pensando che la donna matura ben vestita mastica male il suo chewingum :)) (e non è una critica al tuo post, non fraintendermi), o nello stesso istante in cui tu rispondi urlando le tue ragioni a chi si è incazzato con te perché la sera prima non hai fatto gasolio!
    Le sono passata vicina!
    ...vorrei tornare indietro nel tempo, guardarla negli occhi, capire il suo disagio e distoglierla dal suo intento.
    Lo so...non è possibile...e non sono Dio!
    Leggerò il libro "Questa è l'acqua", mi ha incuriosita!

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  7. SIMURGH
    "La Verità con la V maiuscola riguarda la vita prima della morte. Riguarda la possibilità di riuscire ad arrivare ai trenta, o ai cinquant'anni, senza che vi venga voglia di spararvi un colpo alla testa. Riguarda la semplice consapevolezza di quello che è così vero ed essenziale, così nascosto in bella vista attorno a tutti noi, che dobbiamo continuare a ripeterci costantemente: "Questa è l'acqua, questa è l'acqua"...

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  8. Oggi ho pensato a lei...ascoltando una canzone di Venditti.

    " Ciao, ciao domenica, il tuo ragazzo non ti chiama,
    tristezza nera nello stomaco,
    e in testa voglia di morire.
    Ma non morire di domenica, in questo giorno da buttare,
    tutto va bene, guarda pure il sole,
    aspetta ancora una domenica".

    ...era domenica. :(

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  9. Oggi ho pensato a lei...ascoltando una canzone di Venditti.

    " Ciao, ciao domenica, il tuo ragazzo non ti chiama,
    tristezza nera nello stomaco,
    e in testa voglia di morire.
    Ma non morire di domenica, in questo giorno da buttare,
    tutto va bene, guarda pure il sole,
    aspetta ancora una domenica".

    ...era domenica. :(

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