domenica 28 agosto 2011

l'invalicabilità dei confini invisibili

la città è come tutte all'interno di confini che però e come lei sono invisibili.

tuttavia lo senti sotto ai piedi che c'è una impercettibile sconnessione che va a cadere in modo da darti l'impressione di inciampare o cadere perché, non vedendola, il piede la prende a caso e facilmente in modo che gli occhi strabuzzano, le braccia si alzano e l'altro piede si chiede, annaspando nell'aria: "e adesso? dove vado?" e intanto tu pensi "cado!"

sono una esperta di cadute. le sento come un rabdomante sente l'acqua passeggiando per un campo.

potrei fare un sacco di cose tra quando sento che cado e quando sono per terra.

fermarmi, controbilanciarmi, allungare le mani, parare la caduta e invece sembra un destino affascinante e ineluttabile, mi osservo che cado come cadessi morta dopo che un fulmine mi ha colpito.

comunque, non era di questo che dicevo quanto dei confini invisibili.

anche le persone li hanno, ma non si sentono con i piedi o con i sensi, a meno di avere ben sviluppato anche il sesto.

allora la città invisibile esiste entro un proprio ambito, spesso diverso da quello originale perché per tanti motivi o come avveniva durante gli assedi nelle guerre di tanto tempo fa, gli assalti dei rivali confinanti o l'aumento demografico o la pressione esterna li hanno via via ristretti e oltre non si può.

viceversa per ragioni di altra natura, per esempio la presenza di fiumi o pianure, alcuni passaggi ristretti o aree depresse sono state colonizzate e così la superficie persa in un modo è stata recuperata altrove.

all'interno della città invisibile ovviamente si è invisibili e così quando all'improvviso si sconfina tante cose a partire da se stessi diventano evidenti.

infatti in certe condizioni di luce si vede da lontano un brillio come quello intorno alle nuvole quando il sole tramonta. sono le ombre degli invisibili che compaiono e scompaiono quando inavvertitamente o volontariamente passano il limiti della città.

a volte i bambini giocano sul bordo a chi ha l'ombra più lunga, ma i grandi non vogliono perché a volte l'ombra può venire inghiottita dal buio e trascinarsi dietro anche il bambino.

perché, gli invisibili, li hanno tutti gli altri sensi, a parte quello della vista che è molto poco sviluppato dato che tutto è invisibile.

provano emozioni, paure, piacere come fossero visibili e non gradiscono le incursioni perché le persone che entrano nella città invisibile neanche lo sanno che si sono dentro dato che a loro mancano il buon senso e quello dell'ironia, la fantasia e l'immaginazione.

entrano e avvertono piacere, chiamano quel luogo magico, ma non sanno che magari sono nel cesso di una casa invisibile della città invisibile mentre la persona invisibile non è certo contenta di venire disturbata al cesso da un energumeno che occupa un sacco di spazio e se ne va in giro beato come fosse in vacanza.

forse bisognerebbe delimitare visivamente con dei paletti i confini, ma così diventa come una prigione.

allora bisogna stare attenti. quando si vede l'ombra vuol dire che si cammina sul bordo e a forza di tentativi, poi impari a sentire dov'è l'impercettibile differenza tra i due mondi e dove sia il centro del tuo.


la lezione è finita _ dice la maestra invisibile ai bambini increduli_ ci vediamo domani che vi interrogo.



4 commenti:

  1. chissà se sono invisibili anche i voti che dà...

    RispondiElimina
  2. GUCHI
    l'ho chiusa così perchè mi dicono spesso che faccio la saccente o la maestrina e allora mi ci hanno fatto pensare e siccome la cosa mi resta del tutto indifferente, tanto vale me lo dico da sola così magari me ne diranno qualche altra che a pensarci mi porti a qualcosa di un po' utile, non trovi?

    RispondiElimina
  3. caspita! questo l'ho letto dopo… e anche quello di ?Carolina-Guchi? il 'nostro' velo copre tutto! ;)

    RispondiElimina
  4. PETROLIO_MUSO
    hai visto che agosto operoso?
    pochi ma buoni;)

    RispondiElimina