giovedì 3 novembre 2011

Desideri, bisogni, sogni.

Che provare del desiderio per le carezze - del tutto ipotetiche ed immaginate - di un ventenne sia quantomeno bizzarro, frutto forse di un bisogno insoddisfatto da un tempo protrattosi troppo a lungo; è stato l'ultimo pensiero che mi si è formato nella mente, quando già mi trovavo in casa, con il mio pigiama felpato costellato di orme feline addosso.
L'uomo il cui corpo snello ho ammirato per le due lunghe ore della prima parte della noiosa mattinata di lezione, a dire il vero, aveva stimolato per primo le mie voglie senza però rappresentare un valido target: la pedanteria raramente riesco ad ignorarla. In compenso il ragazzo seduto di fianco a me, pur scontando il prezzo di quattro lustri in meno in termini di scioltezza e sfacciataggine, sembra una persona pulita e non per questo timida, o peggio imbranata. 
Lo osservo da alcuni giorni, nè troppi nè pochi, e dopotutto non può essere soltanto un caso se fra tutti i posti disponibili ha scelto quello: se non ho travisato ed il mio intuito funziona ancora a dovere, cercava una posizione non troppo defilata ma al tempo stesso tranquilla, che non lo coinvolgesse in un gruppo chiassoso.
Un gruppo, sì... ma a quale dei gruppi che si stanno formando in questa classe appartiene, lui?
Mi viene la tentazione di inviargli un SMS. Ma cosa scrivere, che sia abbastanza banale da costituire un rinforzo alla relazione leggera che stiamo instaurando, senza svelarmi per la donna bisognosa e sola che sono? No, meglio non scrivere nulla.
Nemmeno so dire se, svantaggio dell'età a parte, sto di fronte a un ragazzo di buon cuore, che sa dare valore (o potrebbe imparare a darlo) ad ogni mio differente tocco, quello sulla spalla e quello sulla gamba, a un passaggio della dita fra i suoi capelli un po' vaporosi come all'assenza di contatto. Se sto cogliendo il suo lato più puro (= vero), oppure lo sto sovrastimando.
Una sola cosa è certa: sono ormai sufficientemente equilibrata da non dover temere uno... scompenso emotivo, dovessi rendermi conto che ho fantasticato troppo, e che il sospetto che nutro di essere ricambiata me lo posso scordare.
Anche questa è castità: non tanto indirizzare il desiderio su persone dall'apparenza più "accettabile", quanto saper riconoscere e separare un'istanza sessuale che suscita una passione effimera, da affetto poco più che fraterno che cela il peso della solitudine.
Nessuno dei due, nè l'uomo nè il ragazzo, probabilmente è per me. Ma se di entrambi posso intravedere la bellezza; forse non tutto è perduto.

3 commenti:

  1. stamattina nella posta sono arrivate le solite mail d'abitudine, tra cui quella degli aforismi.
    "Lo spreco della vita si trova nell'amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell'egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità" (oscar wilde)
    mi sembra perfetta per il tuo post.
    di mio posso consigliarti solo di lasciar perdere il pigiama felpato costellato di orme feline:(
    brbrbrbr un'immagine da brividi!

    RispondiElimina
  2. OK, lo prendo io. il pigiama, intendo. farà coppia con quello lilla con gli orsetti!

    RispondiElimina
  3. Meno male che c'è qualcuno che apprezza il pigio :p ;)

    La citazione che mi citi (sic, come sono ripetitiva: è tutta colpa dell'aperitivo di mezz'ora fa) mi piace molto.
    Già cercare di ascoltare le intezioni di questo ragazzo, offrirgli un sorriso quando capita, sorbirmi le ansie da "quali libri devo prendere" è un dare amore.
    Molto in piccolo e nulla di che, se vuoi, ma anche nelle grandi relazioni, importanti relazioni, vale lo stesso principio e la stessa necessità di dare il meglio anche e prima di tutto nelle situazioni banali.

    Non so.
    Intanto oggi me lo sono goduto.

    RispondiElimina