lunedì 16 aprile 2012

STORIA DI SISTO (EPILOGO E APPENDICE)



(foto dal web)




Andreina fu la gioia della vita di Sisto. Lei e il suo profumo di latte e biscottini lo portarono in un cascinale sulle colline dolci, dove i girasole ammantavano le curve gentili dell'orizzonte.
Andreina e le sue onde morbide vivevano con una numerosa famiglia di umani, e tutti sapevano di qualcosa di dolce... alcuni sapevano di viscoso prodotto degli insetti ronzanti, altri di fieno bagnato, altri ancora di legname affumicato... e tutti... ma proprio tutti, erano gentili con Sisto. Anche gli altri cani...
E si' perche' il cascinale, oltre che da Sisto, era abitato da altri 10 trovatelli. E il giorno stesso in cui il protagonista di questa storia arrivo' li', fu il piu' anziano della tribu' a prendersi la briga di raccontargli, tra guaiti e scodinzolamenti ben calibrati, come quella famiglia di padroni fosse la migliore delle avventure nelle quali, un povero cane, potesse incappare.
E cosi', pur continuando a non saper contare, Sisto si accorse della moltitudine, e la sua vita ridivenne quel miscuglio di odori in uno spazio definito.. condizione nella quale era nato e che sapeva renderlo sereno.
E cosa puo' desiderare di piu' un cane se non un padrone buono che nulla gli faccia mancare? Cosa puo' desiderare un cane piu' che un dispensatore di cibo e coccole? Cosa di piu' che sicurezza e tranquillita'...?

Venne l'inverno, e poi fu primavera, e poi arrivo' la calda estate e di li' a breve l'autunno. E quando inverno busso' nuovamente alla porta le cose nel mondo erano cambiate.
Sisto non lo sapeva e non poteva interessarsene, ma una crisi violenta aveva devastato il paese dove quella famiglia viveva. Ormai il girasole non consentiva piu' i guadagni d'un tempo, e i giovani cuccioli d'uomo (ben otto in quella famiglia) avevano cominciato a dimagrire, come capitava pure ai cani di quella comunita' allargata.
Come s'e' detto Sisto continuava a non saper contare, e quindi non si accorse quando il primo odore spari'. Era l'odore di Rigoberto, uno dei cani piu' grossi, che sapeva di boccone rubato dal piatto. Il secondo odore a sparire dal miscuglio olfattivo fu quello di Ermengarda, una cagna gigantesca che sapeva di cuccioli mai avuti. E la sera in cui non l'avverti' piu', Sisto certo non porto' a coscienza l'evento, ma  si addormento' col magone sul cuore. E la notte sogno' una stanza con le lampade al soffitto e tavoli gelidi su cui ominidi pelosi lo stendevano a forza...
Dalla mattina visse con le orecchie tese e il naso puntato ad ogni corrente d'aria, pronto a capire quale pericolo viaggiasse nel vento. E certo si sarebbe accorto di una terza sparizione. Ma il terzo a sparire fu proprio lui.
Una mattina venne Andreina col profumo di latte e biscotti. Venne con un'onda cupa, muta e dolorosa. Invano Sisto cerco' di asciugare quel suo umore bagnato e salato.
Lei lo carezzo', gli mise il guinzaglio e lo condusse nella stalla.
Piangeva la ragazza, che amava tutti quei cani, e Sisto piu' degli altri. Ma era stato un ordine del padre a muoverla. E anche a lui era dispiaciuto. Cosa avrebbero potuto fare con otto ragazzini da campare?
E piangeva Andreina, piangeva ancora alla sera. E le lacrime le scendevano dal viso fin dentro al piatto, seguendo lo sguardo che fisso poggiava sull'osso spolpato.
Sisto era stato mangiato.

-APPENDICE-
Il problema e' strutturale. Il problema e' un problema di ruolo. Di posizione. Un padrone e' buono, un padrone e' cattivo... sia pure. Ma in ogni caso il pericolo non viene dalla natura dell'animo di chi e' padrone. Il pericolo, per il sottoposto, viene dal ruolo che quell'essere, buono o cattivo, riveste. E certo... anche l'eventuale beneficio viene dalla stessa origine. Ma il beneficio, se beneficio puo' essere considerata l'atrofia della capacita' di sopravvivere senza tutore, dipende dall'animo del padrone. Il pericolo per il sottoposto invece no.

4 commenti:

  1. insomma un tag da socio_etica o socio_politica insomma.
    la pena del tutto è nell'affezionarsi, volersi bene, insomma.
    insomma, la metafora è chiara e già godo pensando al veleno che inghiottirà chi spolperà le mie ossa, hihihih

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    1. io sono poco propenso a credere che dopo morto godro' di qualcosa... ma bon :)

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  2. fanculo a me che sono venuta a leggere l'epilogo... :)

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    1. fa sempre lo stesso effetto sta' vecchia storia... :)

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