nel silenzio un rombo mi investe e mi attira oltre una rete metallica, qualcuno aggiunge strumenti musicali e forma una dissonanza armonica sospesa che mi ingruma in colpi sordi come su tamburi di latta e piatti di ossa vuote e nere. non ho paura anzi mi piace, rimbombo e strido, mi interrogo e penso a cosa c'è oltre a quello che, sento, sta per arrivare.
quattro minuti: l'ossessione apre un varco nella rete e riesco a vedere il paesaggio che si avvicina.
cinque minuti: l'aria si addensa e mi viene addosso rarefatta, mi fermo alzo gli occhi, sono pronta, non ho nessuna paura.
sesto minuto: invariabile e continuo procede a staffilare l'udito.
hai paura?
settimo minuto. no non ho ancora paura.
ottavo minuto: le note si trascinano impastate e si avviluppano alle gambe.
nono minuto: diventano fruste, ma non è me che colpiscono.
decimo minuto: impazziscono, io rido, mi faccio beffe di loro e loro insistono diventano più intense ma mi lasciano ancora spazio per pensare e sfuggire.
undicesimo minuto, ma io non voglio fuggire, qui sto bene, oltre la rete nelle rovine in una immagine fissa con solo la musica e lontano delle campane.
dodicesimo minuto: i rintocchi non cessano, segnano le ore della mia vita altrove, ma io sono qui, mi vedete? io non vedo nessuno, non voglio incontrare nessuno ne qui nè altrove.
tredicesimo minuto: sento dissolversi l'energia, le note perdono forza, sono sgomenta, la musica sento, lo sento mi sta abbandonando.
quattordicesimo minuto: le campane hanno smesso i loro rintocchi. tutto convoglia nel nulla da cui è apparso e all'improvviso finisce.
cotto e mangiato, si dice così, no?
scritto di un fiato al primo ascolto da teti900
Mi piacciono cosi, che uno lo dica quello che sente, nei post, un video lasciato la non vale, non quanto almeno a quanto mi racconta dell'altro, che mi dica in quei suoni cosa avvertiva, cosa dentro andava a formarsi.
RispondiEliminaIo che l'ascolto adesso, come te mentre scrivo, nessuna paura, non si chiama cosi, è un'angoscia piuttosto, è roba che scava, che pianta le unghie e che so cosa cerca e la lascio scavare, tanto lo sa, non vorrò sapere cosa trova, ne guardare dentro quel buco, che si apre ad un cunicolo e da li una rete, non voglio sapere. Ed è questo il suono che echeggia li dentro. E' dentro, è sotto, profondità che erano gia state scavate, che erano la, mi ero allenato a far buchi, cunicoli, gallerie per il gusto di farle, senza voler sapere dove portavano e perchè. Al decimo minuto interrompo. Mi pare faccia male, non so. Lascio stare
SIMURGH
RispondiEliminapeccato, ma hai detto che preferisci gli inizi alle fini, dunque che dire? il post non è neanche mio.
vediamo se HYPNOS aggiunge il suo pensiero:)