mercoledì 31 agosto 2011

Altrove


nel silenzio un rombo mi investe e mi attira oltre una rete metallica, qualcuno aggiunge strumenti musicali e forma una dissonanza armonica sospesa che mi ingruma in colpi sordi come su tamburi di latta e piatti di ossa vuote e nere. non ho paura anzi mi piace, rimbombo e strido, mi interrogo e penso a cosa c'è oltre a quello che, sento, sta per arrivare.

quattro minuti: l'ossessione apre un varco nella rete e riesco a vedere il paesaggio che si avvicina.

cinque minuti: l'aria si addensa e mi viene addosso rarefatta, mi fermo alzo gli occhi, sono pronta, non ho nessuna paura.

sesto minuto: invariabile e continuo procede a staffilare l'udito.

hai paura?

settimo minuto. no non ho ancora paura.

ottavo minuto: le note si trascinano impastate e si avviluppano alle gambe.

nono minuto: diventano fruste, ma non è me che colpiscono.

decimo minuto: impazziscono, io rido, mi faccio beffe di loro e loro insistono diventano più intense ma mi lasciano ancora spazio per pensare e sfuggire.

undicesimo minuto, ma io non voglio fuggire, qui sto bene, oltre la rete nelle rovine in una immagine fissa con solo la musica e lontano delle campane.

dodicesimo minuto: i rintocchi non cessano, segnano le ore della mia vita altrove, ma io sono qui, mi vedete? io non vedo nessuno, non voglio incontrare nessuno ne qui nè altrove.

tredicesimo minuto: sento dissolversi l'energia, le note perdono forza, sono sgomenta, la musica sento, lo sento mi sta abbandonando.

quattordicesimo minuto: le campane hanno smesso i loro rintocchi. tutto convoglia nel nulla da cui è apparso e all'improvviso finisce.


cotto e mangiato, si dice così, no?

scritto di un fiato al primo ascolto da teti900


2 commenti:

  1. Mi piacciono cosi, che uno lo dica quello che sente, nei post, un video lasciato la non vale, non quanto almeno a quanto mi racconta dell'altro, che mi dica in quei suoni cosa avvertiva, cosa dentro andava a formarsi.
    Io che l'ascolto adesso, come te mentre scrivo, nessuna paura, non si chiama cosi, è un'angoscia piuttosto, è roba che scava, che pianta le unghie e che so cosa cerca e la lascio scavare, tanto lo sa, non vorrò sapere cosa trova, ne guardare dentro quel buco, che si apre ad un cunicolo e da li una rete, non voglio sapere. Ed è questo il suono che echeggia li dentro. E' dentro, è sotto, profondità che erano gia state scavate, che erano la, mi ero allenato a far buchi, cunicoli, gallerie per il gusto di farle, senza voler sapere dove portavano e perchè. Al decimo minuto interrompo. Mi pare faccia male, non so. Lascio stare

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  2. SIMURGH
    peccato, ma hai detto che preferisci gli inizi alle fini, dunque che dire? il post non è neanche mio.
    vediamo se HYPNOS aggiunge il suo pensiero:)

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