Cara Giò,
ti spedisco tutto il pacchetto per una prima valutazione.
come vedi ho scelto di chiudere con un happy end, perché peggio di così come può andare?
a circa un mese dopo aver cominciato a scrivere questi racconti della pandemia al tempo del covid oltre i ristretti limiti temporali e spaziali in cui li abbiamo vissuti ricorrendo a qualsiasi pretesto di evasione tra paure e cambiamenti gattopardeschi destinati a evitare qualsiasi mutazione dello stato di fatto, un finale tragico è improponibile e per quanto orrido difficilmente riuscirebbe a esserlo più della realtà a cui stiamo assistendo e che spesso ci rovina i piani nel paniere e allora come finire altro che con ulteriori possibili e ottimistici sviluppi?
forse i genitori adottivi lo raggiungono insieme alla mamma di Martina che li ha sentiti per verificare la sua intuizione, ha fatto amicizia con loro, si è conquistata la loro fiducia e quella di Primo che ha dato loro appuntamento in un hotel a Varsavia così da evitare pericolose intercettazioni e nel contempo fornire maggior comfort, di quello della stamberga polacca, al trio di attempati vecchietti?
o forse è stata Martina a riavvicinarlo, forse per ricattarlo o forse per riscattarsi, e in qualche modo sono finiti a far vita comune anche grazie al successo e alle vendite delle mostre che il gallerista dell'invisibile Maciej Zapisać gli organizzava a patto di non rivelarne l'identità né mostrarne l'immagine?
e se invece finisse che entra in campo una diversa figura, rimasta nascosta nella trama, che fa in modo di fornirgli legalmente, o anche no, una nuova identità così da reinventarsi nuovamente dal nulla e rientrare nel mondo che aveva lasciato grazie all'opera di un sapiente chirurgo capace di cambiarne la maschera?
non so ancora, sarai tu ad aiutarmi a scegliere, intanto grazie per la paziente lettura e a presto.
cari saluti,
Mattia Giusti
Genova, 9 giugno 2020
ps: i racconti della pandemia sono ovviamente totalmente inventati e senza alcun riferimento a fatti o persone realmente esistiti.
come vedi ho scelto di chiudere con un happy end, perché peggio di così come può andare?
a circa un mese dopo aver cominciato a scrivere questi racconti della pandemia al tempo del covid oltre i ristretti limiti temporali e spaziali in cui li abbiamo vissuti ricorrendo a qualsiasi pretesto di evasione tra paure e cambiamenti gattopardeschi destinati a evitare qualsiasi mutazione dello stato di fatto, un finale tragico è improponibile e per quanto orrido difficilmente riuscirebbe a esserlo più della realtà a cui stiamo assistendo e che spesso ci rovina i piani nel paniere e allora come finire altro che con ulteriori possibili e ottimistici sviluppi?
forse i genitori adottivi lo raggiungono insieme alla mamma di Martina che li ha sentiti per verificare la sua intuizione, ha fatto amicizia con loro, si è conquistata la loro fiducia e quella di Primo che ha dato loro appuntamento in un hotel a Varsavia così da evitare pericolose intercettazioni e nel contempo fornire maggior comfort, di quello della stamberga polacca, al trio di attempati vecchietti?
o forse è stata Martina a riavvicinarlo, forse per ricattarlo o forse per riscattarsi, e in qualche modo sono finiti a far vita comune anche grazie al successo e alle vendite delle mostre che il gallerista dell'invisibile Maciej Zapisać gli organizzava a patto di non rivelarne l'identità né mostrarne l'immagine?
e se invece finisse che entra in campo una diversa figura, rimasta nascosta nella trama, che fa in modo di fornirgli legalmente, o anche no, una nuova identità così da reinventarsi nuovamente dal nulla e rientrare nel mondo che aveva lasciato grazie all'opera di un sapiente chirurgo capace di cambiarne la maschera?
non so ancora, sarai tu ad aiutarmi a scegliere, intanto grazie per la paziente lettura e a presto.
cari saluti,
Mattia Giusti
Genova, 9 giugno 2020
ps: i racconti della pandemia sono ovviamente totalmente inventati e senza alcun riferimento a fatti o persone realmente esistiti.